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sabato 15 luglio 2023

I Piani di Castelluccio di Norcia con la splendifa Fioritura








Luglio 2023. Tra la metà di maggio e la metà di luglio l'Altopiano di Castelluccio di Norcia, incastonato nei Monti Sibillini e ai piedi del Monte Vettore, diventa un mosaico di colori per la fioritura di moltissime specie floreali spontanee, quali orchidee, tulipani gialli, senape selvatica, papaveri, fiordalisi, fiori di lenticchia, genzianelle e narcisi... 





E' bellissimo allora camminare lungo i sentieri che costeggiano le distese floreali, vibranti di colori accesi che offrono scenari d'incanto, nonostante le ferite non rimarginate lasciate  dal terremoto del 2016 e ancora presenti sul territorio...
















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martedì 20 giugno 2023

‘’Sotto il sole. Racconti di uomini, animali e ombre’’ (Vallecchi, 2022) di Maurizio Zaccaro.

 



  

Scrive  C. G. Jung ‘’ Prima o poi i morti diventeranno tutt’uno con noi ma nella  realtà attuale sappiamo poco o niente di questo modo di essere. Cosa sapremo di questa terra dopo la morte?’’ Il libro di  Maurizio Zaccaro,  ‘’Sotto il sole.  Racconti di uomini, animali e  ombre’’(Vallecchi 2022) risponde a questa domanda in modo originale e avvincente, rendendo vivo e visibile l’aldilà  tramite una narrazione luminosa e illuminante  che rende più sfumato il confine fra il mondo dei vivi e quello dei trapassati e lo semplifica accarezzando  l’ immagine con  profondità e sentimento, senza mai privarlo del necessario e affascinante  mistero.  Due mondi, quello dei vivi e quello dei morti che pur non toccandosi, sono quanto di più unito ed indissolubile si possa immaginare, binari paralleli che talvolta sorprendentemente e miracolosamente si intersecano per imperscrutabili e misteriosi  canali di comunicazione, due mondi che, scivolando l’uno nell’altro, creano un’atmosfera rarefatta e densa al tempo stesso,  ‘’vitale’’    e  palpitante, una dimensione surreale e fiabesca  che reclama la sua esistenza sebbene su frequenze nascoste,  senza mai recidere  i legami con la realtà terrena,  anzi traendo da questa  la sua ragione d’essere, la sua linfa vitale, in uno scambio continuo. Anime dunque  che fanno sentire la loro palpitante presenza, mosse da sentimenti umanissimi,  desiderose di  portare a compimento qualcosa d’incompleto per il bene di chi resta, per un ideale di giustizia, per un  bisogno  di luce e di amore nel tempo sospeso dell’eternità.  Un aldilà non solo possibile ma auspicabile  e desiderato, sebbene  velato di brume e di malinconia, forte ed evanescente a un tempo come la nebbia che lo veste e che si dirada al primo sole del mattino,  al primo gesto d’amore. Un mondo trascendente che scivola nell’immanenza e  vi si confonde senza fratture, così che quelle presenze di uomini e animali non sono mai il  perturbante di freudiana memoria, ma  le  sentiamo fra noi e in noi senza paura, senza smarrimento, senza distanza, nei luoghi, nelle strade, nelle città senza geografia e nelle case che le videro vive e alle quali restano legate. Chi sono i vivi, chi i morti, ci chiediamo.  A completare la perfezione visiva di queste pagine contribuiscono certamente  le minuziose descrizioni che  danno colore  e ricchezza a  quella che potrebbe essere  la   sceneggiatura di un film o una serie televisiva. Zaccaro rende più che mai visibile dunque l’invisibile e lo fa con tocco lieve,  ironico e poetico per ricordarci una dimensione che da sempre e per sempre  ci appartiene.


Tiziana Marini


Maurizio Zaccaro è regista e scrittore. Vincitore nel 1992 del David di Donatello come miglior regista esordiente per il film Dove comincia la notte, ha vinto numerosi altri riconoscimenti, dirigendo film, fiction e documentari, tra questi  ricordiamo ''Un uomo perbene''(1999-Premio Pasinetti), ''La felicità umana'', e ''Nour''. Nel 2017 ha pubblicato  per Maggioli Editore il romanzo ''Bleu'' e nel 2020 per Vallecchi Editore ''L'amicizia, il cinema, gli anni con Ermanno Olmi''. E' del 2022, la pubblicazione, sempre per Vallecchi Editore,  del  romanzo ''Sotto il sole. Racconti di uomini, animali, ombre''.

giovedì 4 maggio 2023

Fiori di vetro di Cristina Sparagana



E uscito in questi giorni ''Fiori di vetro'' (Ed. Kolibris) il nuovo libro della poetessa Cristina Sparagana. Il libro  ''è' un memoir  in poesia, dedicato all’amato compagno di vita Giaume Vidal, nel suo ricordo.:

A  Giaume e Cristina
‘’Fiori di vetro’’ di Cristina Sparagana è un memoir  in poesia, dedicato all’amato compagno di vita Giaume Vidal, nel suo ricordo. E’ un  memoir  non solo perche’ trae ispirazione dal passato e dalla memoria del cuore, ma poiché in esso,  nella sua dimensione lirica,  la memoria diventa vera e propria narrazione che epicamente  si dipana, restituendoci ogni personaggio in una chiave, mitologica e terrena a un tempo,  nell’ambìta fusione di particolare e universale,  sapienza e dono di pochi poeti.  ‘’Fiori di vetro’’ perché? Intanto perché i fiori nelle varie specie raccontate,  siano essi  gigli,  papaveri,   viole o   ‘’crisantemi di neve’’, o ancora ‘’ossigeno in fiore’’, sono simboli, presenze vive che incarnano  ricordi  ed eventi significativi e, in secondo luogo, perché il vetro è sostanza che esprime la delicatezza  e la fragilità dell’esperienza umana, esperienza  che qui si fa  trama densa e dettagliata per restituirci  con amore la figura e la vita, vissuta tra Cile e Italia,  di un compagno amorevole, padre e  uomo meraviglioso, profondamente colto  e magicamente consapevole, come raccontano le parole da lui stesso pronunciate e riportate nel testo:  ‘’Quando questi due rami di eucalipto si toccheranno, io morirò’’, aveva detto un giorno. Non di meno  questi ‘’fiori di vetro’’, forgiati dal soffio creante dell’amore, proprio attraverso il ricordo, acquistano forza, riempiono il vuoto lasciato, forse  leniscono  il dolore e la perdita e diventano infrangibili ed eterni. Cristina Sparagana artifex di questa palingenesi dona al suo  Giaume   e ci dona  un’opera poetica,   come sempre visionaria e misteriosa, in cui la parola, sorprendente e fluida,  è  danza e musica, metafora e luce,  ma stavolta  la sua scrittura strappa il dolore dal cuore e s’impenna  per mostrarcelo infinitamente coinvolgente e sacro, in un canto che e’ tributo ed esortazione a ricordare insieme, quasi una lettera che in cuor suo sente dovuta e necessaria,  limpidamente sofferta,  alla quale  lasciarsi andare.
Tiziana Marini

''Ed è il tuo viso.  
Il tuo giro di fragola che cade 
in velluto e miseria.  
Un anno di compianti, 
questa cera  
di memorie remote,
dove la rondine ti bacia, 
dove talora soavemente ti ferisce 
e t’incensa le labbra (...)

Cristina Sparagana, è poetessa e  traduttrice. Ha lavorato per l'Istituto italiano di Cultura di Santiago, in Cile ed ha  inoltre insegnato lingua e letteratura italiana all'Università Cattolica di Vaparaiso.Ha fondato  la rivista dell'Istituto Appunti Italo-cileni e alcun suoi lavori sono apparsi su riviste letterarie latinoamericane.Ispanista, ha tradotto e introdotto al pubblico italiano diversi poeti tra i quali Gabriela Mistral, Alfonsina Storni, Eunice Odio e Teresa Willms-Month..Ha collaborato per diversi anni  con la rivista  PoesiaNel 2001 le è stato assegnato il Premio Montale  per l'inedito. In seguito ha pubblicato numerose raccolte  presso vari editori, continuando  la sua attività con saggi sulla letteratura latinoamericana e traduzioni da Neruda, Garcia Marquez, Huidoboro.

domenica 16 aprile 2023

Hanami all'Orto Botanico di Roma


Hanami in un giorno di pioggia

Il giardino giapponese dell'Orto Botanico di Roma   in un giorno di pioggia e' ancora più bello. Si confondono in una musica bellissima il suono della pioggia e delle piccole cascate...  I colori delicati e sfumati donano più di sempre un senso di  pace malinconica e struggente...Meravigliose sono anche le composizioni di fiori recisi (ikebana) e i bonsai in esposizione, vere opere d'arte. Guardate, se volete, le foto e il video... 


Hanami in a rainy day

The Japanese Garden of the Botanical Garden of Rome is much  more beautiful in a rainy day. The sound of the rain   and small waterfalls  merge in a beautiful music. The soft colours give a sense of melancholic and poignant  peace more than usual...Ikebana compositions and bonsai on display,  true art works,  are wonderful too. Have a look, if you want,  at photos and video...













martedì 4 aprile 2023

Primavera a Pienza e Montalcino


La primavera in Val d'Orcia, tra Pienza e Montalcino, è un tripudio di verde in tutte le sue sfumature, di fiori e panorami mozzafiato. Impossibile non fotografare tanta bellezza. Ed infatti ecco le mie foto e i miei video....©
Spring in Val d'Orcia, between Pienza e Montalcino, is a joy of green in all its shades, flowers and breathtaking views absolutely to shoot, so these are my shots and videos.©


PIENZA E MONTALCINO

‘’Nata da un pensiero d’amore e un sogno di bellezza’’ come scriveva Pascoli, Pienza e’ la prima Città Ideale del Rinascimento e deve il suo nome al grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato successivamente papa Pio II. Montalcino, e’ invece uno splendido borgo medievale il cui nome deriva dal ‘’leccio’’, l’albero che una volta ricopriva quei terreni. Il paese offre meravigliosi scorci su campi e vigneti…

                                                      

''Born from a thought of love and a dream of beauty'' as Pascoli wrote, Pienza is the first Ideal City of the Renaissence and takes its name from the great humanist Enea Silvio Piccolomini who later became Pope Pius II.  Montalcino is a wonderful medieval village that takes its name from ‘’il leccio’’ or holm oak that once covered the terrain…It offers stunning views on fields and  vineyards…

 




Val d'Orcia

Val d'Orcia


(Il Pozzo dei Cani)





Panorama di Pienza


(La Cattedrale dell'Assunta)
(La Val d'Orcia vista da Montalcino)







Pienza 




lunedì 3 aprile 2023

Neve

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I have many things to say about the Snow. About her identity. I didn't sleep the night of the last snowfall, I waited up for her just like a kid. The blinds raised and  a typical  farmer eye to the sky always heavier of white. She, punctual, started to fall about three in the night, making layer on the leaves first and then on the ground, like a true artist. She was the same Snow of my village, the same snow that  my mother  challenged with her  high heels, just like a little bird that challenges the laws of equilibrium on the frozen trees, She was my father's one in the immense lands of Russia, during the war. The same  of  '56, '70, '85 and the same that always covered all the mountains of the world. Because the Snow doesn't change and melts only on the sidewalks. Trust me, I carry in me all the snow that has fallen and the one not yet descended, a vague form of the sky where she exists since ancient times, much more as a category than  a weather event, much more as an idea than an infinity frozen star. And it's not her colour, or the fact that she has no shade, or her silence, or the mysterious crystals that aggregate everytime like the galaxies after the Big Ben that make her special but that hint of different frozen on the fingertip when you touch her, that itching, almost a smell around the nose, that makes you say even before seeing the glow:''It's her!'' And I felt this hint of frozen in addition, also this time, leaving the window open to let it enter. The first thing I did in the morning, was to get a handful of snow just for a need of a physical contact because I have always thought of her as a kind of  dialogue between skin and ice, but above all as something close to the  innocence. And that's what happened once again. Then I started walking in the new geography of the garden with the joy of sinking my foot where the snow covering was thin and still intact or by overlaying   my prints on others. I could do it  even with my closed eyes because I trust in snow and I could talk about her  for hours so much I like. But in the end how much do we really know about the snow? Her truth escapes us so like our past. (...)

TM ©2023


Devo dire molte cose sulla neve. Sulla sua identità. La notte  dell’ultima nevicata non ho dormito. L’ho aspettata, la neve, sveglia  come una bambina. Le tapparelle alzate e un’occhiata da contadino, di tanto in tanto, al cielo sempre piu’ pesante di bianco. Lei  puntuale verso le tre di notte ha iniziato a scendere facendo strato sulle foglie prima ancora che sul terreno, da vera artista. Era la stessa neve del mio paese, la nevedi mia madre che la sfidava con i tacchi alti proprio come un uccellino sfida le leggi dell’equilibrio sugli alberi ghiacciati, era quella di mio padre nelle immense pianure della Russia, durante la guerra. La stessa del ’56, del ’70, dell’’85, e quella che ricopre da sempre tutte le montagne del mondo. Perche’ la neve non cambia e si scioglie solo sui marciapiedi. Credetemi, io porto in me  tutta la neve caduta e anche quella non ancora discesa, una forma vaga nel cielo dove esiste da sempre piu’ come categoria che come evento atmosferico, piu’ come idea che come infinita stella di ghiaccio. E non e’ il suo colore o il fatto che non abbia ombra o il suo silenzio o i cristalli misteriosi che si aggregano ogni volta come le galassie dopo il Big Bang, a renderla speciale, ma quel pizzico di gelo diverso sulla punta delle dita quando la tocchi, quel prurito, quasi un odore, intorno al naso che ti fa dire, prima ancora di scorgerne il chiarore ‘’E’ lei!’’. E l’ho sentito quel pizzico di gelo in piu’ anche questa volta, socchiudendo la finestra per lasciarlo entrare.La prima cosa che ho fatto al mattino e’ stata di prenderne una manciata come per un bisogno di contatto fisico perche’ la neve l’ho sempre vissuta come un dialogo tra la pelle e il ghiaccio, e ancor piu’, come qualcosa di prossimo all’innocenza. Ed e’ andata cosi’ anche questa volta. Poi ho cominciato a camminare nella nuova geografia del giardino con la gioia di affondare il piede dove il manto sottile era ancora intatto o sovrapponendo le mie impronte ad  altre impronte. Avrei potuto farlo anche ad occhi chiusi tanto mi fido della neve e potrei parlarne adesso per ore tanto mi piace. Ma in fondo noi, che cosa ne sappiamo per davvero della neve? Ci sfugge la sua verità come il nostro passato 


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Gran Sasso

Rifugio Montecristo (Gran Sasso)


Campo Felice

(Forca d'Acero)

Gran Sasso




Monte Velino