giovedì 10 novembre 2016

Chiaro inchiostro di Massimo Pacetti (Ed. EscaMontage - 2015)

Prefazione di Tiziana Marini
 


 La nuova silloge di Massimo Pacetti, poeta di grande coerenza e onestà intellettuale, dal titolo ‘’Chiaro inchiostro “ raccoglie poesie composte in momenti diversi. Talune risalgono addirittura al 1981, altre sono recentissime. Sono poesie fra loro eterogenee ed in apparenza senza un fil rouge che le unisca, pur tuttavia sono vicinissime fra loro nell’ispirazione e in certe tematiche ricorrenti, di cui diremo in seguito, care all’autore sicché appare chiaro il messaggio  finale insito nei versi.
Questa  raccolta segna un punto di svolta nell’evoluzione della poetica dell’Autore in senso diacronico e sincronico per una stratificazione al presente  e  un work in progress che è un viaggio simbolico ed esistenziale  nel sentire più profondo dell’ anima, nel quale  può ritrovarsi ogni singolo lettore, proprio come diceva a proposito della poesia  Quasimodo: ‘’La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio’’.
Senza alcuna retorica e con la  chiarezza estrema che da sempre lo contraddistingue e che ben definisce anche  le sue opere precedenti, Pacetti, in questa silloge, sincera e di grande forza comunicativa, si mette in gioco offrendoci la sua Weltanschauung con uno sguardo fluido, disincantato, pragmatico, uno sguardo ‘’on the road’’ trasposto nell’interiorità.

Diverse sono le tematiche presenti : il dialogo con se stesso, l’amore, il mondo e l’umanità con i suoi errori ed i suoi limiti, il tempo e la precarietà delle cose, il valore dei sentimenti, l’integrità morale, la disillusione  che nasce dalle diadi odio - amore,  vita - morte, sogno – realtà, felicità – dolore,  bellezza – decadenza.

Tra la prima e l’ultima poesia si compongono tasselli che danno vita ad un unico, grande  mosaico in cui si fanno ‘’chiaro inchiostro “ i sentimenti dell’ Autore che guarda il mondo e ci dice :

’’..non ho voce né occhi

per incontrare il suo sguardo

quello del mondo

senza umanità ‘’.

E ancora, quando il pericolo si trasforma  nella paura di un mondo senza emozioni, ecco che ci ammonisce:

‘’intorno c’è solo silenzio

e sguardi senza turbamento.

Atrofia in una notte

senza voce’’.

Ma qual’è  per Massimo Pacetti la ricetta, se mai può esisterne una, per superare ogni impasse che il destino ci riserva, per superare la follia del vivere, le ingiustizie, le disuguaglianze, l’immobilismo che ci paralizza?

‘’Sotto il peso insopportabile

del disfacimento

sotto il peso disumano

della disuguaglianza

crollano le fabbriche

…crollano i sogni

e la voglia di vivere’’.


 Pacetti ci dice che abbiamo un’unica via d’uscita:

‘’il coraggio

di essere se stessi

ti farà risorgere

…chi impara a vivere e

a sopravvivere dopo le sconfitte

è inarrestabile nel  cammino

del futuro’’.


Ma il percorso verso questo traguardo non è facile perché il viaggio verso la verità è sempre ‘’un’avventura solitaria’’  come il cadere di una foglia:

‘’ Non volevo violare la tua intimità.

Volevo accoglierti

prima che tu cadessi.

Ma forse hai ragione

in quest’evanescente caduta

è meglio essere soli .

Ad aspettare l’inverno’’.


I versi emblematici di ‘’ A est’’ che aprono la raccolta e ne accompagnano magneticamente la lettura accordandosi in modo perfetto con  quelli finali  di “Chiaro inchiostro”, poesia  che dà il titolo alla silloge, quasi ne fossero la necessaria premessa e, al tempo stesso la naturale conclusione, in una circolarità centripeta salvifica che in sé trova il suo punto di fuga e la forza  della rinascita, sono versi di grande speranza.’ Scrive l’Autore:

‘’ Il sole è a est

dove c’è l’uccello

che gira  le viti del mondo

…una donna addormentata mi aspetta…’’.

Il sole sta sorgendo ancora nonostante tutto! C’è ancora una forza  che gira le viti di questo ingranaggio complesso chiamato mondo,  a est dove sorge il sole. Basta lasciarsi trasportare dal vento delle emozioni per vincere, forse, la solitudine, basta farsi  ricondurre dall’amore nel porto sicuro degli affetti più certi dove c’è sempre  chi ci aspetta. Una  figura femminile che può salvarci e che talvolta ha le sembianze di una dea  chiamata scrittura:

‘’Mentre si incendia l’immaginazione

                                                           anche solo pochi segni

                                                           di chiaro inchiostro

                                                       realizzano la conoscenza’’      



Con uno stile originale e vibrante, incisivo e duro, concreto e tagliente, Massimo Pacetti ci conduce per terre e cieli, paradisi e inferni, sospeso sempre tra realtà  sensibile e sovrasensibile, tra  il sé e  il mondo, sempre alla ricerca di una felicità possibile  collocata in un tracciato immaginario fra terra e cielo, come chiaramente afferma nella poesia ‘’Rinascimento’’, una riflessione amara ma propositiva  sul mondo attuale il cui cammino sembra essersi interrotto, anzi invertito. Per sfuggire a questo incombente nuovo Medioevo, per creare un nuovo Rinascimento, l’uomo dovrà impegnarsi con cuore e dignità:                                   

                                                          La primavera del risveglio

                                                              Non sarà un miracolo

                                                        Né e’ atteso un nuovo salvatore…

                                                                    Gli uomini

                                                                 se lo vorranno

                                                       saranno rinascita e Rinascimento.

                                                                     Gli uomini

se lo vorranno

saranno cuore e dignità’’


In conclusione Massimo Pacetti,  partendo da una umanità sconfitta,  con versi  di grande densità e in modo personalissimo, ridisegna un mondo nuovo, depurato e ci apre le porte  di un possibile futuro, grazie alla ri-scoperta di valori eterni positivi che sono da sempre  l’antidoto al dolore e alla sofferenza e di questo lo ringraziamo perché ‘’una buona poesia e’ un contributo alla realtà. Il mondo non e’ più lo stesso dopo che una buona poesia gli si e’ aggiunta’’. (Dylan Thomas)

                                                                                                                    Tiziana Marini










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