domenica 16 aprile 2023

Hanami all'Orto Botanico di Roma


Hanami in un giorno di pioggia

Il giardino giapponese dell'Orto Botanico di Roma   in un giorno di pioggia e' ancora più bello. Si confondono in una musica bellissima il suono della pioggia e delle piccole cascate...  I colori delicati e sfumati donano più di sempre un senso di  pace malinconica e struggente...Meravigliose sono anche le composizioni di fiori recisi (ikebana) e i bonsai in esposizione, vere opere d'arte. Guardate, se volete, le foto e il video... 


Hanami in a rainy day

The Japanese Garden of the Botanical Garden of Rome is much  more beautiful in a rainy day. The sound of the rain   and small waterfalls  merge in a beautiful music. The soft colours give a sense of melancholic and poignant  peace more than usual...Ikebana compositions and bonsai on display,  true art works,  are wonderful too. Have a look, if you want,  at photos and video...













martedì 4 aprile 2023

Primavera a Pienza e Montalcino


La primavera in Val d'Orcia, tra Pienza e Montalcino, è un tripudio di verde in tutte le sue sfumature, di fiori e panorami mozzafiato. Impossibile non fotografare tanta bellezza. Ed infatti ecco le mie foto e i miei video....©
Spring in Val d'Orcia, between Pienza e Montalcino, is a joy of green in all its shades, flowers and breathtaking views absolutely to shoot, so these are my shots and videos.©


PIENZA E MONTALCINO

‘’Nata da un pensiero d’amore e un sogno di bellezza’’ come scriveva Pascoli, Pienza e’ la prima Città Ideale del Rinascimento e deve il suo nome al grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato successivamente papa Pio II. Montalcino, e’ invece uno splendido borgo medievale il cui nome deriva dal ‘’leccio’’, l’albero che una volta ricopriva quei terreni. Il paese offre meravigliosi scorci su campi e vigneti…

                                                      

''Born from a thought of love and a dream of beauty'' as Pascoli wrote, Pienza is the first Ideal City of the Renaissence and takes its name from the great humanist Enea Silvio Piccolomini who later became Pope Pius II.  Montalcino is a wonderful medieval village that takes its name from ‘’il leccio’’ or holm oak that once covered the terrain…It offers stunning views on fields and  vineyards…

 




Val d'Orcia

Val d'Orcia


(Il Pozzo dei Cani)





Panorama di Pienza


(La Cattedrale dell'Assunta)
(La Val d'Orcia vista da Montalcino)







Pienza 




lunedì 3 aprile 2023

Neve

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I have many things to say about the Snow. About her identity. I didn't sleep the night of the last snowfall, I waited up for her just like a kid. The blinds raised and  a typical  farmer eye to the sky always heavier of white. She, punctual, started to fall about three in the night, making layer on the leaves first and then on the ground, like a true artist. She was the same Snow of my village, the same snow that  my mother  challenged with her  high heels, just like a little bird that challenges the laws of equilibrium on the frozen trees, She was my father's one in the immense lands of Russia, during the war. The same  of  '56, '70, '85 and the same that always covered all the mountains of the world. Because the Snow doesn't change and melts only on the sidewalks. Trust me, I carry in me all the snow that has fallen and the one not yet descended, a vague form of the sky where she exists since ancient times, much more as a category than  a weather event, much more as an idea than an infinity frozen star. And it's not her colour, or the fact that she has no shade, or her silence, or the mysterious crystals that aggregate everytime like the galaxies after the Big Ben that make her special but that hint of different frozen on the fingertip when you touch her, that itching, almost a smell around the nose, that makes you say even before seeing the glow:''It's her!'' And I felt this hint of frozen in addition, also this time, leaving the window open to let it enter. The first thing I did in the morning, was to get a handful of snow just for a need of a physical contact because I have always thought of her as a kind of  dialogue between skin and ice, but above all as something close to the  innocence. And that's what happened once again. Then I started walking in the new geography of the garden with the joy of sinking my foot where the snow covering was thin and still intact or by overlaying   my prints on others. I could do it  even with my closed eyes because I trust in snow and I could talk about her  for hours so much I like. But in the end how much do we really know about the snow? Her truth escapes us so like our past. (...)

TM ©2023


Devo dire molte cose sulla neve. Sulla sua identità. La notte  dell’ultima nevicata non ho dormito. L’ho aspettata, la neve, sveglia  come una bambina. Le tapparelle alzate e un’occhiata da contadino, di tanto in tanto, al cielo sempre piu’ pesante di bianco. Lei  puntuale verso le tre di notte ha iniziato a scendere facendo strato sulle foglie prima ancora che sul terreno, da vera artista. Era la stessa neve del mio paese, la nevedi mia madre che la sfidava con i tacchi alti proprio come un uccellino sfida le leggi dell’equilibrio sugli alberi ghiacciati, era quella di mio padre nelle immense pianure della Russia, durante la guerra. La stessa del ’56, del ’70, dell’’85, e quella che ricopre da sempre tutte le montagne del mondo. Perche’ la neve non cambia e si scioglie solo sui marciapiedi. Credetemi, io porto in me  tutta la neve caduta e anche quella non ancora discesa, una forma vaga nel cielo dove esiste da sempre piu’ come categoria che come evento atmosferico, piu’ come idea che come infinita stella di ghiaccio. E non e’ il suo colore o il fatto che non abbia ombra o il suo silenzio o i cristalli misteriosi che si aggregano ogni volta come le galassie dopo il Big Bang, a renderla speciale, ma quel pizzico di gelo diverso sulla punta delle dita quando la tocchi, quel prurito, quasi un odore, intorno al naso che ti fa dire, prima ancora di scorgerne il chiarore ‘’E’ lei!’’. E l’ho sentito quel pizzico di gelo in piu’ anche questa volta, socchiudendo la finestra per lasciarlo entrare.La prima cosa che ho fatto al mattino e’ stata di prenderne una manciata come per un bisogno di contatto fisico perche’ la neve l’ho sempre vissuta come un dialogo tra la pelle e il ghiaccio, e ancor piu’, come qualcosa di prossimo all’innocenza. Ed e’ andata cosi’ anche questa volta. Poi ho cominciato a camminare nella nuova geografia del giardino con la gioia di affondare il piede dove il manto sottile era ancora intatto o sovrapponendo le mie impronte ad  altre impronte. Avrei potuto farlo anche ad occhi chiusi tanto mi fido della neve e potrei parlarne adesso per ore tanto mi piace. Ma in fondo noi, che cosa ne sappiamo per davvero della neve? Ci sfugge la sua verità come il nostro passato 


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Gran Sasso

Rifugio Montecristo (Gran Sasso)


Campo Felice

(Forca d'Acero)

Gran Sasso




Monte Velino