giovedì 17 agosto 2017

Una poesia da "Lo scatto della Lucertola" di Tiziana Marini. Lettura di Andrea Mariotti

agosto 9th, 2017

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UN’ ORA PRIMA, UN’ORA PRIMA DI TUTTO

Sdraiavo le braccia sul telaio blu della casa,
una notte, un’ora prima, un’ora prima di tutto.
Allontanavo legami di freddo
dalla trama e dall’ordito della mia stoffa
ne ero capace al riparo della casa
uno stringimento acuto
una compiutezza tutta mia sentivo
una soddisfazione azzurra nell’aura incapsulata, chiusa.
Provavo, provavo a partorire
una stella che sopravvivesse all’alba
a un barlume, infine, disciolto nelle cose
nella penombra di chi ho amato e amo
nello spazio dietro alla finestra muta.
Cosa sarà adesso? Chi? E quanto? E come?
Muove un soffio la tenda e disvela
un odore di violette, polveroso
un capello che volteggia lento, ancora.

(poesia di Tiziana Marini, tratta dalla raccolta Lo scatto della lucertola, edizioni La Vita Felice, 2016, con prefazione di Sabino Caronia)

…ebbene sì, la poesia in oggetto ha parlato subito al mio animo allorché ho avuto modo di ascoltarla letta dall’autrice (domenica scorsa 6 agosto presso il Teatro di Marcello in occasione dell’omaggio alla memoria di Massimo Pacetti). Ritmo e intensità di essa mi sembrano fuori discussione, come pure la qualità delle giunture “legami di freddo” nei versi iniziali ma soprattutto la “soddisfazione azzurra nell’aura incapsulata, chiusa“. Verso di pienezza strutturale quest’ultimo, pronunziato dalla poetessa sotto le fascinose e potenti membrature del Teatro di Marcello e quindi amplificato dalla bellezza del luogo. Un verso, quello di cui sto parlando, che mi ha fatto ripensare a un bellissimo libro della storica Chiara Frugoni di qualche anno addietro dedicato a Chiara d’Assisi e dal titolo suggestivo ed emblematico: Una solitudine abitata. Ecco, la “soddisfazione azzurra nell’aura incapsulata, chiusa” di Tiziana Marini rappresenta in tutta evidenza la pienezza della solitudine raccomandata da Rilke al giovane poeta; solitudine da benedire, ciò di cui un poeta ha bisogno per scrivere e naturale approdo del suo far poesia:  allo scopo di attingere la musica del silenzio, porto sepolto dal clangore dei tempi attuali ma pur sempre a disposizione di coloro che sono autenticamente in viaggio.

Andrea Mariotti

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