La cascata di Isola del Liri
Forca d'Acero
Valico di Forca d'Acero
Forca d'Acero
Altopiano delle Cinquemiglia
Appunti di Arte, Poesia, Letteratura e Viaggi. Tutti i testi sono protetti dal diritto d'autore - Copyright 2025 © Tiziana Marini
Questi miei pochi scatti cercano di raccontare la bellezza del lago di San Domenico e del piccolo lago Pio, in Abruzzo. Aria buona, colori splendidi, silenzio, farfalle 🦋 e... la compagnia di qualche cervo🦌 che si avvicina alle acque del lago per abbeverarsi... proprio accanto a voi...💚🌞💙
These few shots taken by me ... try to tell the beauty of San Domenico Lake and Pio Lake, located in Abruzzo. Fresh air, wonderful colours, quiet, butterflies and...the company of some deer drinking the lake water...just close to you....
Da Roma, questo è l'itinerario per raggiungere facilmente i due laghetti: si percorre la A24 fino all'uscita per la A25, direzione Chieti-Pescara. Si esce a Cocullo e si procede verso Villalago, lungo la strada statale SR479 che fiancheggia il lago di San Domenico. Per raggiungere poi il lago Pio si procede ancora verso il paese di Villalago, distante pochissimi km. Enjoy!
Il complesso architettonico cui fa capo la basilica di Collemaggio sorge al centro della città dell'Aquila. L''edificazione del tempio fu voluta dall'eremita Pietro Angelerio del Morrone, incoronato papa col nome di Celestino V nel 1294, e passato alla storia come colui ''che fece il gran rifiuto'', secondo la definizione di Dante Alighieri nella Divina Commedia. per la sua rinucia al pontiificato. Collemaggio racchiude in sé un insieme di stili diversi frutto di fasi costruttive e restauri cui è stata sottoposta nel corso dei secoli. Intorno alla prima metà del XV secolo fu terminata la straordinaria facciata interamente rivestita in pietra locale bianca e rosa. Nella parte superiore spicca un rosone e nella parte inferiore si aprono tre portali romanici e altri due rosoni, di dimensioni minori. Il rosone centrale della Basilica di Collemaggio con i suoi trafori di foglie d'acanto ricorda le trine del tombolo abruzzese. Figure angeliche, tortiglioni, motivi vegetali ed animali e una Madonna con Bambino che mostra la Bolla della Perdonanza impreziosiscono l'ingresso principale. Sul fianco sinistro della basilica si apre la Porta Santa, su cui è posto uno stemma raffigurante un'aquila, simbolo della città. Ogni anno dalla sera del 28 a quella del 29 agosto la porta si apre per l'annuale Perdonanza celestiniana durante la quale, la porta, è attraversata da una continua folla di fedeli. All'interno della basilica sono custodite le spoglie di S. Pietro Celestino; il mausoleo in marmo, capolavoro dell'arte rinascimentale, fu realizzato da Girolamo da Vicenza nel 1517. Sul lato destro della chiesa si accede al chiostro, caratterizzato da un bellissimo porticato con al centro una fontana monumentale. L'antico refettorio è stato trasformato in sala Celestiniana, stupendamente affrescata, sui quali spicca quello cinquecentesco di Saturnino Gatti raffigurante la crocifissione di Gesù. La Basilica è stata oggetto di un importante intervento di recupero e restauro dopo il sisma del 2009 che ha ricevuto un prestigioso riconoscimento: l’assegnazione da parte della Commissione Europea e da Europa Nostra dell’ European Heritage Awards, premio europeo dedicato al patrimonio culturale dell’Europa per la categoria “Conservazione”.Tra storia e leggenda: ricco di significati simbolici, per alcuni studiosi, il collegamento tra i rosoni e il pavimento della basilica. Singolari forme geometriche somiglianti a un labirinto si creano quando, durante il solstizio d'estate, la luce solare penetra all'interno attraverso i tre rosoni in 6 punti precisi del pavimento in cui le mattonelle sono disposte in tre cerchi concentrici. Secondo alcuni la lettura dei cerchi produrrebbe una musica misteriosa. Reconditi significati simbolici sono messi in evidenza nei rosoni di Collemaggio da Michele Proclamato che, nel volume "Il segreto delle tre ottave. Dai rosoni di Collemaggio ai cerchi nel grano alla ricerca delle leggi dell'universo", ha approfondito precisi rapporti numerici e matematici esistenti tra i rosoni e le leggi astronomiche: "ogni particolare architettonico di un rosone indica sempre una misura spaziale, mentre ogni vuoto architettonico al suo interno un arco temporale". La Basilica di Collemaggio sarebbe stata costruita tenendo conto delle stelle e utilizzando parte del tesoro dei Cavalieri Templari che conservarono al suo interno reliquie come le spine della corona di Cristo durante il suo calvario e l’indice della mano destra di San Giovanni Battista.
Sul blog ''Del cielo stellato'' della casa editrice Edilet la mia nota di lettura per ''Amen'' (Edilet, 2023), il nuovo libro di Chiara Mutti
Punta telegrafo e' la vetta del promontorio dell'Argentario (m.625). Nei giorni di bel tempo la vista può spaziare fino all'isola del Giglio, Giannutri, Elba e Montecristo. All'altezza del Convento dei Passionisti ci si può affacciare sulla splendida Laguna di Orbetello con il Tomboli sabbiosi di Giannella e Feniglia.
Punta Telegrafo is the top of the Argentario Promontory (m.625). In the good weather the view can range up to the island of Giglio, Giannutri, Elba and Montecristo. At the height of the Convent of Passionisti you can see the splendid view of the Lagoon of Orbetello with the sandy Tomboli of Giannella e Feniglia.
L'Isola del Giglio da Punta Telegrafo
Il mio nome
Una sera che il prato era verdeoro e gli alberi,
marmo venato alla luna, si ergevano come nuovi mausolei
nell'aria fragrante, e la campagna tutta palpitava
di strida e brusii di insetti, io stavo sdraiato sull'erba,
ad ascoltare le immense distanze aprirsi su di me, e mi chiedevo
cosa sarei diventato e dove mi sarei trovato,
e per quanto a malapena esistessi, per un attimo sentii
che il cielo vasto e affollato di stelle era mio, e udii
il mio nome come per la prima volta, lo udii come
si sente il vento o la pioggia, ma flebile e distante
come se appartenesse non a me ma al silenzio
dal quale era venuto e al quale sarebbe tornato.
(Da ''Tutte le poesie'' - Mark Strand, Mondadori, 2019
trad. Damiano Abeni)
My name
Once when the lawn was a golden green
and the marbled moonlit trees rose like fresh memorials
in the scented air, and the whole countryside pulsed
with the chirr and murmur of insects, I lay in the grass,
feeling the great distances open above me, and wondered
what I would become and where I would find myself,
and though I barely existed, I felt for an instant
that the vast star-clustered sky was mine, and I heard
my name as if for the first time, heard it the way
one hears the wind or the rain, but faint and far off
as though it belonged not to me but to the silence
from which it had come and to which it would go.