lunedì 17 ottobre 2022

Foliage sui Monti Simbruini



E' tempo di foliage ed e' bello vedere i cromatismi incantevoli  nella faggeta e nei boschi del Parco Naturale  dei Monti Simbruini, dove il  foliage appunto,  dà il meglio di sè proprio in questi giorni. Non solo i faggi, ma anche gli aceri e le querce si tingono  dei colori dell'autunno...dal giallo al rosso, con punte di violetto e altre magnifiche sfumature...L'aria frizzante dei 1500 metri  e il sole luminoso rendono  piacevoli le passeggiate sugli immensi tappeti di foglie variopinte...in un'atmosfera assolutamente magica e rilassante...''A caso giacciono le foglie e il sole hanno sul volto...''©


It's foliage time... and it's just so  nice to see the enchanting chromatisms in the beech forest and in the woods  of the Monti Simbruini Natural Park,  where the  Fall foliage is now at the top. Not only beeches but also maples and oaks have the  warm  fall colors...from yellow to red and violet and many other magnificent nuances... The crisp air at 1500 m. and the bright sun make the walks on the large and colorful  carpets of autumn leaves so pleasant ...in an  absolutely magical and relaxing atmosphere ...''Lie the leaves randomly and the sun  is on their face...''©









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                                            Ph TM©2022













martedì 13 settembre 2022

Una poesia di Antonia Pozzi



Presagio 

(Milano, 15 novembre 1930)

Esita l’ultima luce
fra le dita congiunte dei pioppi,
l’ombra trema di freddo e d’attesa
dietro di noi
e lenta muove intorno le braccia
per farci più soli.

Cade l’ultima luce
sulle chiome dei tigli,
in cielo le dita dei pioppi
s’inanellano di stelle.

Qualcosa dal cielo discende
verso l’ombra che trema,
qualcosa passa
nella tenebra nostra
come un biancore,
forse qualcosa che ancora
non è,
forse qualcuno che sarà
domani,
forse una creatura
del nostro pianto.



lunedì 12 settembre 2022

Autumn atmosphere...



Debito autunnale di Ghiannis Ritsos


La casa profuma già di autunno. E ancora una volta
siamo impreparati,
senza pullover né sciarpe. Nuvole inattese
dal mattino oscurano le colline. Dobbiamo sbrigarci
a fare un po’ di provviste, perché tra poco arrivano
i venti sbraitanti. I vapori della cucina
occupano il primo posto nel silenzio del corridoio.
A uno a uno
chiudono i locali sul mare. Sul molo bagnato
pacchetti di sigarette vuoti, recipienti di plastica,
giornali
e i gatti randagi affamati che guardano
l’orologio della dogana privo di lancette. Domande
dimenticate
cigolano di nuovo come banderuole arrugginite
sui tetti di case abbandonate, i cui proprietari
sono morti di tisi anni fa senza lasciare eredi.
Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti
sotto la tua lampada, su questa sedia dura,
per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno
due versi,
scritti con la mano della pioggia, che indichino
tremanti
sempre, sempre, in direzione del sole.
(trad. Nicola Crocetti)

domenica 7 agosto 2022

Estate in Val d'Orcia e nelle Crete Senesi

Estate 2022 nella bellezza della Val d'Orcia e delle Crete Senesi, tra calanchi e biancane, campi di girasoli, vigneti e cipressi, antiche pievi e borghi medievali  meravigliosi fra i quali spiccano Montalcino, Pienza e Montepulciano e panorami mozzafiato di una campagna i cui colori mutano continuamente....senza dimenticare le specialita' enogastronomiche...

Summer 2022 in the beauty of Val d'Orcia and Crete Senesi among calanchi and biancane, sunflower fields, vineyards and cypresses,, ancient parish churches and wonderful, medieval villages  just like Montalcino, Pienza e Montepulciano, and breathtaking views of a changing colours countryside....and not forgetting food and wine specialties...















lunedì 20 giugno 2022

‘’Arancia all’alba’’ (Pagine, 2022), l' ultima raccolta di poesie di Gemma Ravanello in una mia nota di lettura.

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‘’Arancia all’alba’’ (Pagine,  2022) è  la nuova silloge di Gemma Ravanello che segue cronologicamente ‘’Bosco’’ (Del Giano, 2012)  e ‘’Alte e basse maree’’ (Pagine, 2015) a sostenere  un percorso che va da un luogo-bosco, più contemplativo, a un luogo-vita di più ampio respiro, dove la compenetrazione e l’osmosi tra la sfera umana e quella naturalistica, tra le luci e i colori della natura e gli aspetti esistenziali, si dispiegano con più forza, in una dimensione di eternità assoluta e al tempo stesso dolorosamente effimera. Quello di Gemma Ravanello è un percorso, per così dire, interminabile, guidato dalla sua anima sensibile e a tratti  inquieta - ma grata sempre alle piccole gioie che a sorpresa ci riserva la vita – continuamente alla ricerca di significati, sensazioni, corrispondenze e interrogativi, destinati a restare senza risposta, per quella inesauribile sete di conoscenza che la contraddistingue come persona e come poeta. Gemma Ravanello, palpitando, ricerca segni che alimentino, non certo plachino, il suo desiderio di comprensione della vita, il ‘’mistero’’ che da sempre accarezza con stupore, conscia che questo resterà tale  perché nella vita ‘’ha significato solo l’incomprensibile’’ (Jung, Archetipi dell’inconscio collettivo). Si potrebbe pensare  ad un possibile  parallelo con la poetica della  Dickinson, sia per quanto riguarda l’amore per la natura, sia per quanto riguarda il profondo senso del mistero, ma Ravanello antepone sempre  all’aldilà e all’idea della morte presenti nella Dickinson, la forza del mondo umano del quale la natura e’ specchio.

Il libro si divide in quattro sezioni, quante sono le stagioni, unità di misura del tempo che ciclicamente passa e degli stati d’animo dell’Autrice, sezioni dense e dinamiche: Autunno o La musica vitale, Inverno o Gli inverni del cuore, Primavera o Il roseto del colloquio, Estate o Gli inquieti idilli. Quattro stagioni dunque, ognuna a suo modo, protagonista. Dice infatti la nostra Gemma Ravanello: ‘’…E ritrovo le innumerevoli stagioni tutte dintorno da navigare…’’. ‘’Innumerevoli stagioni’’, come se in realtà le stagioni fossero ben più di quattro, anzi come se ce ne fosse una per ogni situazione / emozione. Stagioni in cui navigare - perché questo e’ il nostro destino - su un veliero per  ’approdare salvi con la tempesta in mano’’, la tempesta della vita e del dolore più acuto che, sebbene non compreso, viene comunque saggiamente accettato come inevitabile compagno di viaggio. E al dolore Gemma dedica versi di grande intensità: ‘’Se i dolori fossero / tutti uguali, se in una sofferenza / non ci fosse il taglio / del bosco, non ci fosse lo sparo / al cervo, in un’angoscia / le foglie che cadono morte; se il dolore / non fosse anche una colpa / antica nelle vene / il dolore / poca cosa sarebbe/ …’’. Dolore, in sostanza, come stratificazione di dolori, somma che viene da lontano, essenza e impalcatura del nostro sentire, simile alle nervature delle foglie che come abiti ci vestono. ‘’...Di skeleton leaves ti ha vestito, Peter! L’Ombra / è in consegna; avvolto sei / in scheletri di foglie, vertebre di un dolore / antico, fluito / di esfoliazione in esfoliazione’’.

E sullo sfondo altre foglie che cambiano colore con le stagioni / stati d’animo, dal ‘’giallo giallo giallo…’’ del ginko biloba al rosso dell’autunno più’ inoltrato. Foglie soffiate dal vento che in sottofondo sembra animare i versi di ogni poesia, come un motore inesauribile, come il turbinio tempestoso e inarrestabile del cuore nell’alternanza di gioie e dolori, attimi sempre filtrati dalla saggezza dell’Autrice. Ma ogni stagione contiene in sé le altre stagioni e tra l’una e le altre il distacco è lento e a volte impercettibile; c’è un’assenza, come un vuoto, dice Ravanello, tra la fine di una stagione e l’inizio di un’altra: ‘’ Tra l’inverno /  e la primavera / c’è un vuoto incolmabile. Il transito non è facile e il guado / ha i suoi rischi nascosti nel sangue…’’ e in ogni stagione si nasconde la sofferenza, improvvisa e predestinata a un tempo, in un continuum inarrestabile, quale è la vita. Così un Anthurium trovato morente al ritorno delle vacanze, sottolinea questa triste realtà: ‘’…Soccombeva al torrido sole di luglio / la tua fragile fibra / da ignara creduta assai più forte / e sfiorivano di te / i preziosi fiori / sorvegliati solerte tutto l’inverno…’’ ma, al tempo stesso,  ci racconta anche l’importanza dello sguardo,  della cura amorevole,  delicata e continua,  degli affetti, siano essi la natura o le  persone.  La malinconia nostalgica trova così  inevitabilmente spazio e ragione: ‘’ …un’acuta malinconia / mi raggiunge / oggi / in questo agosto maturo /già d’uva, / e di sorgenti arance / all’alba / di gialle foglie all’aria’’, ma reca con sé anche la speranza di nuovi sapori e occasioni, offerti comunque dall’autunno incipiente;   il sole, l’arancia più bella che tinge di sé il cielo, ci dice Ravanello,  risorge ogni giorno portando con sè a sorpresa nuova  bellezza.

Tra tutte le poesie della silloge, i cui versi sono come sempre cristallini e musicali, una menzione speciale meritano quelle dedicate ad artisti e  quadri significativi per l’Autrice, a testimonianza di come Ravanello sia sempre in dialogo con ogni forma d’arte e si nutra della luce, dei riflessi, delle sfumature, ma anche delle ombre che queste opere emanano.

Inoltre, poichè molte possono essere le chiavi di lettura di un testo importante, molti i suoi temi fondanti,  in “Arancia all’alba” di Gemma Ravanello, tra le altre, va sottolineata la dimensione onirica, un elemento, che però nulla toglie alla concretezza e al realismo dei versi, solo li arricchisce di atmosfere più rarefatte, rese poi dense dall’aspetto  più propriamente simbolico del sogno, quale porta dei desideri, della nostalgia,  del ricordo, del viaggio interiore. Già nella lirica d’apertura ci ritroviamo in un “onirico giardino”, dove, nel dialogo fra due uccelli, sembrano rivivere atavici sentimenti. Scrive Ravanello: “Ed era tutta una melodia / il canto dei due uccelli; l’uno all’altro / il verso volgeva / a rammentare l’antica intesa, l’atavico / accordo, l’ora turchese / nella serenità passeggera. / Leggiadro il tempo delle note / nell’onirico giardino”,   per proseguire poi,  tra viaggi su velieri sconosciuti, ‘’flutti di onirico mare’’ e fili d’erba più alti degli alberi, verso isole che non ci sono e paesi delle meraviglie del tutto interiorizzati. Mondi dove regna “indisturbato il sogno” ma, comunque intrisi di realtà e pathos, attinti entrambi dalla quotidianità e dal passato, dall’esperienza e dal vissuto dell’Autrice, poiché uno  dei talenti di Ravanello è proprio il vedere  nell’hic et nunc l’altrove più immaginifico,   “…come un volare atavico, un abituale / e angoscioso planare / su qualcosa che fugge / e che non ritorna mai più”. E tra i due, il qui e ora e l’altrove, un lungo ponte costruito dalla memoria che a sé tutto stringe, smarrita, tra mille domande: “Dove sei mia leggera ala di sogno / sparita in una bufera / di mille fiocchi albeggianti…”.Tra turbamento e tenerezza per “la bimba lontana”, quella   di ieri, ma sempre presente, tutto  lentamente scorre via e ritorna,  tutto è  possibile, illuminato, prima  dall’incanto e dalla sapienza   della luna piena, spotlight sul cuscino e sulle emozioni più nascoste e poi dall’eterna rêverie  che, come dice Bachelard, è “la materia prima dell’opera letteraria”, il momento in cui il mondo viene “investito da un’improvvisa luce intima” di fervida immaginazione creativa e siamo veramente liberi.

 

È questo, in conclusione, un libro a lungo meditato, scritto con cura e passione, caratteristiche evidenziate non solo dal bellissimo contenuto ma anche dalla grafica elegante e accurata. In una dimensione qui più universale che altrove, Ravanello, riversa nei testi,  con la precisione di un cesellatore, i suoi sentimenti più profondi e la sua visione del mondo, offrendoci poesie di grande forza, luminose come quadri di Turner e splendenti di quella luce dirompente eppure sfumata che è somma dei colori da lei tanto amati.

Tiziana Marini, giugno 2022



Gemma Ravanello è nata e vive a Roma da padre veneziano e madre inglese. Poetessa e pittrice è autrice  di Bosco e altre poesie (Edizione Del Giano, 2012),  Alte e basse maree (Pagine, 2015), Arancia all'alba (Pagine, 2022),  e del romanzo Mare, spensierato mare del '62.  Scrive fiabe e saggi e con le sue poesie è presente in antologie e riviste di letteratura.