lunedì 16 giugno 2025

''Il flauto di Pan unito al vento (Macabor, 2025) di Andrea Mariotti

 


 La ‘’nettezza’’  e il ‘’verso  schietto’’ nelle nuove poesie di Andrea Mariotti.

Nota di lettura di Tiziana Marini per  ‘’Il  flauto di Pan unito al vento’’ (Macabor, 2025)

La nuova silloge poetica di Andrea Mariotti dal titolo ‘’Il flauto di Pan unito al vento’’ (Macabor, 2025), è un esempio di novità e continuità nella poetica dell’Autore, continuità per il rigore stilistico ed etico che la contraddistingue, come recita il distico ‘‘E’ l’unica vittoria concepibile/ quella su se stessi. Dura e intangibile’’, e novità in quanto  la   dimensione naturalistica, sempre presente nella poetica dell’Autore, qui ha le sembianze  di una natura stravolta, ribelle e in qualche modo  ostile all’uomo e alle sue vicende, come si evince per esempio  nei versi ‘’Manicheismo del rovente clima/ha stravolto quest’anno un mese amico/facendoci piombare in tardo autunno/da un giorno all’altro con brutalità…’’. Di certo però la novità più grande è che la Storia e l’Uomo,  da sempre valori centrali per l’Autore, qui vengono raccontati alla nitida luce  della più ferrea  ‘’indignatio’’, lo sdegno provocato da una società colpevole che ci riporta alle Satire di Giovenale, una qualità che dà  un senso sempre più liberatorio alla scrittura poetica di Mariotti,  dedicata  nel suo complesso  ai ‘’cari poeti’’, Dante, Manzoni, Leopardi, Caproni,  alla vena civile della loro scrittura, e all’uomo del presente, il fortunato lettore.

Si puo’ affermare che la poesia di Mariotti, per chi la conosce da tempo, ma anche per chi vi si accosta per la prima volta, è  un impasto, rigoroso ed etico, tra  storia,  natura e uomo,  addolcito nella fattispecie da sguardi bonari e nostalgici, in un tutt’uno, limpido e coerente  di ricordi emblematici, talvolta dolorosi ma sempre pragmatici, della storia collettiva e  personale, confluenti gli uni negli altri, in un ventaglio emotivo sempre in movimento  e offerti al lettore come lampi luminosi. Ed è forse proprio questo ventaglio emotivo a muovere l’aria e a creare  il  vento che il flauto di Pan del titolo modula  in mille armonie e significati,  come i coriandoli di  un sapiente numero di magia.

Il libro,  spalmato nei lunghi tempi della Storia, è dedicato, come dicevamo, ai poeti più importanti della nostra tradizione letteraria, formativi e fonte d’ispirazione per Mariotti,  ed ha  la prefazione acuta e sapiente di Anna Maria Curci, la quale sottolinea ed  individua   l’efficacia e la solidità dei testi  nella loro salda   struttura metrica ‘’…La precisione e la cura del dire sono ulteriormente evidenziate dalle scelte metriche, che variano, talvolta anche all’interno del singolo componimento…’’. Diviso nelle sezioni Annus  Horribilis, Quattro lapidi, Più di mezzo secolo fa, Cinque distici, Diario del 2022, il libro si dipana in una narrazione nella quale la parola poetica, concentrata al massimo e ridotta alla sua essenza, amplifica significati, verità  e potenza,  come mai prima.

 La protagonista assoluta è dunque  la Storia, una storia che parte  dagli anni ’50, ed è vista dapprima con gli occhi di Andrea bambino che ascolta con commozione consapevole le parole  di  papa Giovanni XXIII nel famoso ‘’discorso alla luna’’ dell’ottobre del 1962,’’…tornando a casa/portino i genitori la carezza/del papa ai loro bambini, dicendo/una parola buona…’’,  per continuare poi con Andrea adolescente, ragazzo e infine  uomo, durante  gli eventi tragici degli anni ‘60, gli attentati mortali a Martin Luther King e John Fitzgerald Kennedy, la guerra del Vietnam, fino al Maggio francese e ai nostri ‘’anni di piombo’’, per giungere  agli eventi tragici dell’assassinio, mai realmente indagato e punito,  di P. P. Pasolini, ormai mezzo secolo fa ‘’…sì, quello della nascita di un vento/di nome Pier Paolo Pasolini/massacrato da luridi assassini/tuttora ignoti per bieca congiura…’’ e del giovane Willy Duarte, ‘’…Notte di Colleferro/non sfuggirci di mano/smemorati siam troppo/nella polis che muore’’, in tempi recentissimi, ricordo che apre la prima sezione della silloge a sottolineare che forse nella Storia il tempo è sempre attuale, nel suo ripetersi,  in senso vichiano, pur nelle differenze, per concludersi infine  con gli anni della pandemia, dell’invasione russa dell’Ucraina e della paventata guerra globale. Decenni, dunque,  in cui gli avvenimenti  si susseguono nella duplice veste, personale e collettiva, decenni che hanno segnato, con  motivazioni diverse, la nostra coscienza.

Così appare in tutto il suo valore anche il titolo. E’ la storia ad essere portata dal vento,  il vento  del ricordo e dei sentimenti che esso suscita,  modulati da un  flauto di Pan  che unisce le vibrazioni leggere, veloci e talvolta strazianti delle  melodie  di  Gheorghe Zamfir alle frequenze armoniche che risuonano nella parola poetica, soffi, fiati acuti che si insinuano nello strumento, nelle sue canne decrescenti,  amplificati in note asciutte, precise ed evocative. E’ un flauto di pace,  vibrante, ispirato  da un vento che è anche coscienza e commozione, ‘’… Quel ventiquattro del mese, io tornavo/dai Castelli Romani con incauto/diletto; chè tutto mi perdonavo, pieni i polmoni d’aria pura…il flauto di Pan unito al vento…’’, ma anche  ironia, amarezza sarcastica,  lama affilata e precisa, coraggio senza rassegnazione, è   il suono di un flauto virtuoso, tradotto in scrittura, nel quale la datazione esatta dei fatti, come in ‘’un non tenero diario’’,  scandisce con efficacia il tempo che passa e lo ferma, lo colloca  nella Memoria al punto giusto, alternando eventi epocali e lutti a speranze, sempre disattese.

 Colpisce la sintesi che diventa analisi, nel momento in cui induce alla riflessione, trasformata poi in amara e lucida denuncia, senso di perdita e domanda senza risposta ‘’…No, non ci riavremo/presto; la mutazione corre, saremo cosa?’’  Questo si chiede il ‘’verso schietto’’ e netto di Mariotti, il cui sguardo poetico e critico sul mondo e sulla natura umana è sempre più forte, determinato e libero e  l’interrogativo del verso non riguarda certamente solo il virus pandemico mutante, ma il  mondo intero che sta andando, chissà come, ormai chissà dove.

Tiziana Marini

1 commento:

  1. Cara Tiziana, ti ringrazio di vero cuore per questa bellissima nota di lettura che tocca le ragioni profonde del mio libro con forza di sintesi, acutezza e infinita sensibilità.

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