La ‘’nettezza’’ e il ‘’verso
schietto’’ nelle nuove poesie di Andrea Mariotti.
Nota di lettura di Tiziana Marini per
‘’Il flauto di Pan unito al
vento’’ (Macabor, 2025)
La nuova silloge poetica di Andrea
Mariotti dal titolo ‘’Il flauto di Pan unito al vento’’ (Macabor, 2025), è un
esempio di novità e continuità nella poetica dell’Autore, continuità per il rigore
stilistico ed etico che la contraddistingue, come recita il distico ‘‘E’ l’unica vittoria concepibile/ quella su
se stessi. Dura e intangibile’’, e novità in quanto la dimensione naturalistica, sempre presente
nella poetica dell’Autore, qui ha le sembianze
di una natura stravolta, ribelle e in qualche modo ostile all’uomo e alle sue vicende, come si evince
per esempio nei versi ‘’Manicheismo del rovente clima/ha stravolto
quest’anno un mese amico/facendoci piombare in tardo autunno/da un giorno
all’altro con brutalità…’’. Di certo però la novità più grande è che la
Storia e l’Uomo, da sempre valori centrali
per l’Autore, qui vengono raccontati alla nitida luce della più ferrea ‘’indignatio’’,
lo sdegno provocato da una società colpevole che ci riporta alle Satire di
Giovenale, una qualità che dà un senso sempre
più liberatorio alla scrittura poetica di Mariotti, dedicata nel suo complesso ai ‘’cari poeti’’, Dante, Manzoni, Leopardi,
Caproni, alla vena civile della loro
scrittura, e all’uomo del presente, il fortunato lettore.
Si puo’ affermare che la poesia di
Mariotti, per chi la conosce da tempo, ma anche per chi vi si accosta per la
prima volta, è un impasto, rigoroso ed
etico, tra storia, natura e uomo, addolcito nella fattispecie da sguardi bonari
e nostalgici, in un tutt’uno, limpido e coerente di ricordi emblematici, talvolta dolorosi ma
sempre pragmatici, della storia collettiva e personale, confluenti gli uni negli altri, in
un ventaglio emotivo sempre in movimento e offerti al lettore come lampi luminosi. Ed è
forse proprio questo ventaglio emotivo a muovere l’aria e a creare il vento che il flauto di Pan del titolo modula in mille armonie e significati, come i coriandoli di un sapiente numero di magia.
Il libro, spalmato nei lunghi tempi della Storia, è
dedicato, come dicevamo, ai poeti più importanti della nostra tradizione
letteraria, formativi e fonte d’ispirazione per Mariotti, ed ha la
prefazione acuta e sapiente di Anna Maria Curci, la quale sottolinea ed individua l’efficacia e la solidità dei testi nella loro salda struttura metrica ‘’…La precisione e la cura del dire sono ulteriormente evidenziate dalle
scelte metriche, che variano, talvolta anche all’interno del singolo
componimento…’’. Diviso nelle sezioni Annus
Horribilis, Quattro lapidi, Più di mezzo secolo fa, Cinque distici,
Diario del 2022, il libro si dipana in una narrazione nella quale la parola poetica,
concentrata al massimo e ridotta alla sua essenza, amplifica significati,
verità e potenza, come mai prima.
La protagonista assoluta è dunque la Storia, una storia che parte dagli anni ’50, ed è vista dapprima con gli occhi
di Andrea bambino che ascolta con commozione consapevole le parole di papa Giovanni XXIII nel famoso ‘’discorso alla
luna’’ dell’ottobre del 1962,’’…tornando
a casa/portino i genitori la carezza/del papa ai loro bambini, dicendo/una
parola buona…’’, per continuare poi con
Andrea adolescente, ragazzo e infine uomo, durante gli eventi tragici degli anni ‘60, gli
attentati mortali a Martin Luther King e John Fitzgerald Kennedy, la guerra del
Vietnam, fino al Maggio francese e ai nostri ‘’anni di piombo’’, per giungere agli eventi tragici dell’assassinio, mai
realmente indagato e punito, di P. P.
Pasolini, ormai mezzo secolo fa ‘’…sì,
quello della nascita di un vento/di nome Pier Paolo Pasolini/massacrato da
luridi assassini/tuttora ignoti per bieca congiura…’’ e del giovane Willy
Duarte, ‘’…Notte di Colleferro/non sfuggirci
di mano/smemorati siam troppo/nella polis che muore’’, in tempi
recentissimi, ricordo che apre la prima sezione della silloge a sottolineare
che forse nella Storia il tempo è sempre
attuale, nel suo ripetersi, in senso
vichiano, pur nelle differenze, per concludersi infine con gli anni della pandemia, dell’invasione
russa dell’Ucraina e della paventata guerra globale. Decenni, dunque, in cui gli avvenimenti si susseguono nella duplice veste, personale e
collettiva, decenni che hanno segnato, con motivazioni diverse, la nostra coscienza.
Così appare in tutto il suo valore
anche il titolo. E’ la storia ad essere portata dal vento, il vento del ricordo e dei sentimenti che esso suscita,
modulati da un flauto di Pan che unisce le vibrazioni leggere, veloci e talvolta
strazianti delle melodie di Gheorghe Zamfir alle frequenze armoniche che
risuonano nella parola poetica, soffi, fiati acuti che si insinuano nello
strumento, nelle sue canne decrescenti, amplificati in note asciutte, precise ed evocative.
E’ un flauto di pace, vibrante,
ispirato da un vento che è anche coscienza e commozione, ‘’… Quel ventiquattro del mese, io tornavo/dai
Castelli Romani con incauto/diletto; chè tutto mi perdonavo, pieni i polmoni
d’aria pura…il flauto di Pan unito al vento…’’, ma anche ironia, amarezza sarcastica, lama affilata e precisa, coraggio senza
rassegnazione, è il suono di un flauto virtuoso, tradotto in
scrittura, nel quale la datazione esatta dei fatti, come in ‘’un non tenero diario’’, scandisce con efficacia il tempo che passa e
lo ferma, lo colloca nella Memoria al
punto giusto, alternando eventi epocali e lutti a speranze, sempre disattese.
Colpisce la sintesi che diventa analisi, nel
momento in cui induce alla riflessione, trasformata poi in amara e lucida
denuncia, senso di perdita e domanda senza risposta ‘’…No, non ci riavremo/presto; la mutazione corre, saremo cosa?’’ Questo si chiede il ‘’verso schietto’’ e netto di Mariotti, il cui sguardo poetico e
critico sul mondo e sulla natura umana è sempre più forte, determinato e libero
e l’interrogativo del verso non riguarda
certamente solo il virus pandemico mutante, ma il mondo intero che sta andando, chissà come, ormai
chissà dove.
Tiziana Marini
Cara Tiziana, ti ringrazio di vero cuore per questa bellissima nota di lettura che tocca le ragioni profonde del mio libro con forza di sintesi, acutezza e infinita sensibilità.
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