https://poetarumsilva.com/2018/07/16/tiziana-marini-inediti/
La
penombra è viva
Sediamoci davanti ai pini.
c’è la brezza che riluce
e di resina ogni ago veste
il tramonto
com’era un tempo
come sarà fra vent’anni.
Eppure
pesa una rondine il cielo
cambia in notte presto
e non c’è tempo d’imparare
che più degli uomini durano
le cose.
Solo la penombra è viva
quel lento diventare luce del buio
quando il sole torna
nel vuoto spazio tra due parole.
c’è la brezza che riluce
e di resina ogni ago veste
il tramonto
com’era un tempo
come sarà fra vent’anni.
Eppure
pesa una rondine il cielo
cambia in notte presto
e non c’è tempo d’imparare
che più degli uomini durano
le cose.
Solo la penombra è viva
quel lento diventare luce del buio
quando il sole torna
nel vuoto spazio tra due parole.
Il
flauto-vento
Tornare indietro
cercare una nuvola
sul ciglio del cuore
e l’impronta del cielo.
Le carezze rimaste a metà
o solo pensate
la lieve allegria
troppo a lungo invisibile.
Cercare nell’erba
il brillare del sole
lo specchio smarrito.
cercare una nuvola
sul ciglio del cuore
e l’impronta del cielo.
Le carezze rimaste a metà
o solo pensate
la lieve allegria
troppo a lungo invisibile.
Cercare nell’erba
il brillare del sole
lo specchio smarrito.
Prendersi cura di sé
quel tempo, tanto o poco
che basta
che non sia troppo
che non si resti
a lungo soli.
E infine tornare
flauto-vento sul mare
a resettarlo.
Finalmente.
quel tempo, tanto o poco
che basta
che non sia troppo
che non si resti
a lungo soli.
E infine tornare
flauto-vento sul mare
a resettarlo.
Finalmente.
Il
tempo di un pane
È giunto il tempo di lasciare l’ombra
all’abitudine
di rifugiarsi in lei
di allenare le mani alle assenze
alla carezza che trasforma il vuoto in te.
all’abitudine
di rifugiarsi in lei
di allenare le mani alle assenze
alla carezza che trasforma il vuoto in te.
Vai che si fa sera presto
e le spighe durano il tempo di un pane.
e le spighe durano il tempo di un pane.
Lentamente,
in giardino
Quando le foglie sono finite
e le nuove ancora lontane
in quel riposo d’attesa
senza misura
quando la casa
avrà mille ore dispari
da passare
e per un’ombra improvvisa
per un rumore familiare
d’erba calpestata
o di fiore sbocciato anzitempo
pensandoti qui
io guarderò fuori
ti vedrò camminare
lentamente in giardino
tra la mimosa e la camelia
fiorite a gennaio
nel solco preciso del tuo ricordo.
e le nuove ancora lontane
in quel riposo d’attesa
senza misura
quando la casa
avrà mille ore dispari
da passare
e per un’ombra improvvisa
per un rumore familiare
d’erba calpestata
o di fiore sbocciato anzitempo
pensandoti qui
io guarderò fuori
ti vedrò camminare
lentamente in giardino
tra la mimosa e la camelia
fiorite a gennaio
nel solco preciso del tuo ricordo.
TIziana
Marini è poetessa e pittrice. Nata a Montalcino, ha studiato
Lingue e Letterature straniere presso l’Università La Sapienza di Roma. Per
alcuni anni si è dedicata all’insegnamento. Come poeta ha ricevuto numerosi
riconoscimenti in vari premi letterari. Suoi testi poetici sono presenti in
molte riviste letterarie, antologie e siti di letteratura. Ha pubblicato le
raccolte di poesie Solo
l’anima vede (Pagine, 2011) e Passa il cuore sulla terra (Tracce,
2014), entrambe con la prefazione di Plinio Perilli e Lo scatto della lucertola (La Vita
Felice, 2016) con la prefazione di Sabino Caronia. Si dedica da alcuni anni
alla fotografia ricevendo numerosi consensi. È autrice di racconti, prefazioni,
traduzioni, recensioni di cinema e letteratura.
Nessun commento:
Posta un commento