‘’(…)La farfalla di Rembrandt se
esistesse non potrebbe consolarci del non sapere, dell’impossibilità di
programmare un esodo accettabile dalle cose, dai ricordi, dagli amori non del
tutto percorsi dall’anima. Quanta malinconia nella precarietà del giorno, quanta
felicità nella speranza che l’ombra della notte si diradi, che i fiori, gli
azzurri si rivelino! Così è l’indaco a
prevalere, l’indefinibile essenza delle cose. Sono forse i nostri affetti ad
impedirci la felicità, proprio perché noi ne avvertiamo il provvisorio,
imperfetto nascere e morire. Vorrei che la tua anima si saziasse del bene che senti, e che quasi
forsennatamente ricerchi nella ragione
del quotidiano, nella bellezza delle
piccole cose, nella straziante insicurezza dell’attimo. Mi accontenterò di
seguire il tuo racconto poetico, intriso di purezza, che la tua anima mi narra
ad ogni rigo, mi consolerò con il tuo offrirti genuina nella confessione della
tua splendida innocenza…(…)’’ Raffaele Ciminelli
Appunti di Arte, Poesia, Letteratura e Viaggi. Tutti i testi sono protetti dal diritto d'autore - Copyright 2024 © Tiziana Marini
venerdì 26 aprile 2019
''La farfalla di Rembrandt'' (Ensemble2019) su Poetarum Silva nota di Paolo Carlucci
https://poetarumsilva.com/2019/04/26/tiziana-marini-la-farfalla-di-rembrandt/
Nota di Paolo Carlucci per Tiziana Marini, La Farfalla di Rembrandt, Ensemble,
Roma, 2019
Ti rubo l’ombra/ mi va a
pennello come un sogno/ a peso zero.
Anche in questi versi, posti in esergo di sezione, alla sua
nuova silloge, La farfalla di Rembrandt,
Tiziana Marini offre in specchio l’essenza della propria voce poetica.
È infatti nelle vene confuse dell’ombra che la poesia di Tiziana
Marini si fa più ardita ed intensa. Versi in fioritura di... globuli d’amore… Nei suoi testi sempre troviamo preziose quelle
stazioni della memoria, che la Marini, ricordando brani di sé, ci dona in fulgide
emozioni familiari di vita/sogno. Globuli d’amore, appunto… Ali del suo essere
in una poesia, sempre corsa dalla forza dell’ombra, alla cui meta sta un tocco
di luce; prima bambina poi in fioritura, da qui la scelta accorta del titolo
allusivo ad una formula tecnica utile a catturare, come delinea e rileva con
abilità il prefatore Plinio Perilli nell’articolata e complessa introduzione, l’umbratile
sogno del fascino segreto della luce. Titolo eloquente nomen-omen dunque questo La
farfalla di Rembrandt, quarta
tappa del percorso poetico di un’autrice determinata nella sua sensibilità di
vedere e sentire nel calendario interiore la durata. L’ombra che si rischiara
memoria; luce di ricordo che si fa voglia d’eternità, sogno di trattenere nelle
maglie delle cose la stoffa d’una
carezza/ il bicchiere vuoto/ le labbra. Durano
tre mesi/ le tracce vive d’un gatto/ Il tempo d’una stagione/ tra pleniluni e
maree/ sugli stipiti/ nelle coperte / dov’era la ciotola. / E l’uomo dove
lascia tracce/ chimiche di sé… o un’idea che gli sopravviva?... E per quanto
tempo? / Voglia d’eternità!
In una crepa/ la mappa
dei ricordi /quando volevo i capelli lisci / le gambe magre / il naso senza
gobba /… E già in
chiusa di questa prima poesia, una dichiarazione di poetica, ma quale poesia in
fondo non lo è, il vento memoriale si increspa di natura … e io leggevo la scrittura degli alberi sull’acqua.
giovedì 18 aprile 2019
domenica 14 aprile 2019
''La farfalla di Rembrandt''
Dalla prefazione di Plinio Perilli: (..)Dolce e insieme aguzzo, nostalgico e futuribile, gioioso
d’umbratile, vertiginoso e a tratti radioso, redento di malessere, questo testo, confessio o rito introiettato è sequela, salvezza d’ombre, cento ànditi e ripari, inesauribili nascondigli
dell’anima...(...)
lunedì 1 aprile 2019
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