Nota di Paolo Carlucci per Tiziana Marini, La Farfalla di Rembrandt, Ensemble,
Roma, 2019
Ti rubo l’ombra/ mi va a
pennello come un sogno/ a peso zero.
Anche in questi versi, posti in esergo di sezione, alla sua
nuova silloge, La farfalla di Rembrandt,
Tiziana Marini offre in specchio l’essenza della propria voce poetica.
È infatti nelle vene confuse dell’ombra che la poesia di Tiziana
Marini si fa più ardita ed intensa. Versi in fioritura di... globuli d’amore… Nei suoi testi sempre troviamo preziose quelle
stazioni della memoria, che la Marini, ricordando brani di sé, ci dona in fulgide
emozioni familiari di vita/sogno. Globuli d’amore, appunto… Ali del suo essere
in una poesia, sempre corsa dalla forza dell’ombra, alla cui meta sta un tocco
di luce; prima bambina poi in fioritura, da qui la scelta accorta del titolo
allusivo ad una formula tecnica utile a catturare, come delinea e rileva con
abilità il prefatore Plinio Perilli nell’articolata e complessa introduzione, l’umbratile
sogno del fascino segreto della luce. Titolo eloquente nomen-omen dunque questo La
farfalla di Rembrandt, quarta
tappa del percorso poetico di un’autrice determinata nella sua sensibilità di
vedere e sentire nel calendario interiore la durata. L’ombra che si rischiara
memoria; luce di ricordo che si fa voglia d’eternità, sogno di trattenere nelle
maglie delle cose la stoffa d’una
carezza/ il bicchiere vuoto/ le labbra. Durano
tre mesi/ le tracce vive d’un gatto/ Il tempo d’una stagione/ tra pleniluni e
maree/ sugli stipiti/ nelle coperte / dov’era la ciotola. / E l’uomo dove
lascia tracce/ chimiche di sé… o un’idea che gli sopravviva?... E per quanto
tempo? / Voglia d’eternità!
In una crepa/ la mappa
dei ricordi /quando volevo i capelli lisci / le gambe magre / il naso senza
gobba /… E già in
chiusa di questa prima poesia, una dichiarazione di poetica, ma quale poesia in
fondo non lo è, il vento memoriale si increspa di natura … e io leggevo la scrittura degli alberi sull’acqua.
Infebbrata luna d’emozioni, sempre la corda poetica di Tiziana
Marini ascolta i suoni del cuore e della natura, appunto in un cammino d’ombra
che rivela punti, porti di luce, ove lo sguardo si concentra, appuntandosi di
stupore, arricchendosi di domande.
Anche in questo nuovo libro i suoi versi ci raggiungono con la
dolce ostinazione del coraggio di gesti comuni, quotidiani, che divengono cifra
e spessore d’una poesia verificabile anche nella costruzione della propria “poetica”:
sentimentalmente sempre più matura, memoria sonora d’una sensibilità tramata di ricordi ed emozioni di
vita/sogno. Ali dell’essere. Tutto ha
inizio/ da un nodo tra i capelli/ un grumo inestricabile/ tutto da un gesto che
cancella. /la carezza che fa svanire il sogno/ ma riaffiora.
Poesia di qualità,
che dà in versi un diario d’esistenza a cromatismi forti, anche di realtà
brutali (come in Azzurra di pensiero);
ma il riscatto lirico c’è proprio nella materia oscura dei versi che, come le farfalle
di Rembrandt, appunto, sentono e trasvolano alla luce del vero.
Così, in conclusione, è proprio il miracolo riflesso dell’ombra,
la sera della vita, nella vita che fluisce…
il viola dei monti/ la progressione del verde.. il sonno dei fiori/ lungo l’orizzonte/
a mezzogiorno, a segnare il picco
di luce cercato a rovescio.
L’elogio dell’ombra, come in un bel quadro fiammingo o
olandese:
Cadono le foglie / dalle
mani / e ogni comprensione/ finisce / in un sentire che denuda.
Copyright 2019 ©
Paolo Carlucci
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