venerdì 26 aprile 2019

Dalla lettera del poeta Raffaele Ciminelli per ''La farfalla di Rembrandt''



‘’(…)La farfalla di Rembrandt se esistesse non potrebbe consolarci del non sapere, dell’impossibilità di programmare un esodo accettabile dalle cose, dai ricordi, dagli amori non del tutto percorsi dall’anima. Quanta malinconia nella precarietà del giorno, quanta felicità nella speranza che l’ombra della notte si diradi, che i fiori, gli azzurri si rivelino!  Così è l’indaco a prevalere, l’indefinibile essenza delle cose. Sono forse i nostri affetti ad impedirci la felicità, proprio perché noi ne avvertiamo il provvisorio, imperfetto nascere e morire. Vorrei che la tua anima  si saziasse del bene che senti, e che quasi forsennatamente ricerchi nella  ragione del quotidiano, nella  bellezza delle piccole cose, nella straziante insicurezza dell’attimo. Mi accontenterò di seguire il tuo racconto poetico, intriso di purezza, che la tua anima mi narra ad ogni rigo, mi consolerò con il tuo offrirti genuina nella confessione della tua splendida innocenza…(…)’’ Raffaele Ciminelli

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