lunedì 10 giugno 2024

L'inclinazione di una foglia alla luce (Ensemble, 2023) nella recensione di Valerio Mattei

 








Tutto è luce. Non esiste nulla che non sia portato in materia su ali fotoniche. Sembrano frasi di un anime di metà anni Settanta, tipo Goldrake, ma è pura fisica quantistica. La stessa grazie a cui abbiamo appreso che un elettrone può trovarsi contemporaneamente in più posti, in più stati energetici simultaneamente. E soprattutto abbiamo imparato che la variabile in base a cui l’elettrone sceglie dove, come, cosa e quando “essere” non è la mano di un Dio, Principio Creatore imperscrutabile, barba bianca e fulmini alla mano, ma molto più banalmente (in apparenza) il nostro sguardo. Che poi è la stessa cosa – barba e fulmini a parte – dal momento che noi siamo in effetti portatori, radici e frutti di questa Divina Presenza, Scintilla Creativa, e che l’Eterno e l’Infinito ci abitano da sempre e per sempre. Roba da poeti? Non più in via esclusiva. Oggi è sempre più anche, come dicevo, roba da scienziati. Lo sa bene Tiziana Marini che nel suo “L’inclinazione di una foglia alla luce”  lascia trasudare con mano mite e cuore immenso tutta questa conoscenza in soffici parole intrise d’amore. Al contrario di quanto Lei stessa sostiene in “La parola che dura”:

 

La parola non basta all’amore.

 

Dice bene, certo, l’amore si fa, non si dice o almeno non soltanto. Ma questo non vale per Tiziana Marini, autrice di grande struttura e di enorme spessore culturale, umano, artistico. Tutta la Sua opera, ogni Sua parola trasuda amore e ovviamente luce. Amore per la vita, per il semplice fatto di esistere, di ringraziare, di danzare, di volare leggeri anche sui fatti più dolorosi. Per poi capire che questi ultimi non sono mai un male/male ma un male/bene, una svolta escatologica, un catapultarsi infinito e infinitesimale verso orizzonti di rinnovate maturità in ogni stagione della vita, in ogni “Anniversario”:

 

Ma la trafittura

Dolce della certezza

La spina del bene che mi vuoi.

 

Se tutto è transitorio, come fotogrammi di una pellicola, se è vero che (VII)

 

Non c’è niente da fare

le cose si allontanano

per quanto strette

e non basta dire ci sarai

per sempre.

 

…allora Tiziana Marini deve avere trovato, forse senza accorgersene (!), la Via Maestra, la Grande Autostrada del Cielo, novella Iside (“L’ora di Khepri”) e versione femminile di quello stesso Orfeo citato indirettamente e sibillinamente in componimenti di gelida, struggente bellezza come “I”:

 

C’è distacco a ogni metamorfosi.

Ma dal fuoco la cenere

restituisce

ombre filiformi di fiori

 

Tutto questo per donare nuova vita a ciò che sembrava perso, in uno sfilare, etereo e leggiadro di versi che si fanno immagine, grazie a questa Luce che davvero sembra attraversarci come lame che penetrano, dolcissime, diafane istantanee di vita, rese come sempre ingioiellate dallo scorrere (illusorio anche questo) del tempo, fino a che la loro bellezza non ci fa sorprendere in apnea. È questa apne
a magica, questa irripetibile occasione di frattura nella percezione del continuum spazio-temporale, il dono inestimabile che la Poesia ci offre, soprattutto quando il Suo lirismo è modulato da cuori elevati e raffinati come quello di Tiziana Marini, che ci regala (“Emoticon”)

 

[…] parole univoche

precise, oneste

per salvare un sorriso

altrimenti perso

per dire una poesia

che non resti dentro.


Valerio Mattei





Valerio Mattei, in arte Saman,  è autore, pianista/chitarrista, cantante e intrattenitore. E' autore del libro ''Lo sciamano (Edilet, 2019).  “SOS” è  il suo primo singolo e ''Alpha'' il suo primo album. Scrive di arte e letteratura.

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