giovedì 1 dicembre 2016

L’oscura controdanza (L’Argolibri - 2016) di Cristina Sparagana


Nota di lettura di Tiziana Marini






Un titolo importante e  misterioso che cattura il lettore e’ quello della nuova raccolta poetica di Cristina Sparagana ‘’L’oscura controdanza’’(Edizioni Argolibro -  2016),  di una oscurita’ dalla quale, per un tenue raggio di luce, come nei quadri di Caravaggio, nasce un pulviscolo emotivo iridescente che ci avvolge  e  in cui il mondo dell’Autrice prende forma. Ci troviamo cosi’ in una terra di mezzo compresa tra inferno e paradiso e in questa terra di mezzo, come nell’Ulisse di Joyce, il giorno, nel suo svolgersi, e’ l’unita’ di misura  di un viaggio umano  e di una geografia sentimentale profonda e seducente. Per questo motivo possiamo  definire ‘’L’oscura controdanza’’  un diario in cui il tempo non segue il calendario fatto di giorni, ma un orologio fatto di ore, dall’alba fino a notte piena, come a voler sottolineare che ‘il giorno’’ e’ l’unita’ di misura di tutta la vita nel ripetersi  di una quotidianita’ immutabile ed eccezionale al tempo stesso.

Il viaggio-percorso dell’Autrice si svolge tra le mura domestiche e fuori di esse, sui prati di Montesacro, l’esteso Pratone dove e’ solita portare  i  suoi cani, prima Pepa e poi Pablo e noi siamo con lei fin dalle prime luci dell’alba, ‘’Presto. E’ azzurra la tortora dell’alba. / Lei da un pezzo distende le sue ali, / delicato ventaglio sulle squame /di una donna assopita…’’, e poi ‘’ Da un giallore d’agrume sorge l’alba / come un bimbo snudato in un catino / di ceramica gelida…’’e ancora ‘’Alle sei di mattina, la cucina / e’ una gabbia di rondini sopite…’’, e  ‘’E s’agita l’angoscia dentro il sole…’’

Passano le ore, le stanze si animano di presenze e di assenze. Sono gli affetti piu’ cari a dettare stati d’animo, attese, trepidazioni, ricordi. ‘’Sei lontana. Non apro la tua stanza…’’ , ‘’…Che faro’, se piu’ lungo sara’ il viaggio?...’’, scrive la nostra Autrice nell’attesa di Chicchi, l’amata figlia alla quale sono dedicate molte liriche della raccolta, e alla quale dice ‘’Quanto piu’ sei lontana, piu’ sei accanto…’’ come per sottolinearne  la forte presenza pur nell’assenza. Disperazione che si scioglie al suo ritorno, ‘’Oh gioia al tuo gridare: son tornata!...’’ E poi il caro Giaume, i genitori, i fratelli cui e’ dedicata la raccolta,  gli animali domestici, il faro rassicurante nell’angoscia della notte dedicato all’amica.

Bella questa silloge di colori vividi che sferzano l’anima prima ancora degli  occhi  ‘’E’ troppo bianca questa lunga attesa, / come neve d’aprile…’’ oppure ‘’…io che temevo che questa mia quiete / stornasse un cupo azzurro a tanto amore…’’ e ‘’…Un vino dai binari / accecati di porpora. Dormivo / e ogni mio cenno si tingeva di rosso / come il sangue dei morti…’’ .

Una scrittura, quella della Sparagana, densa ed evocativa di un mondo archetipico che da’ nuova forma al reale, arricchisce il sentimento, annulla lo spazio tra il mondo dei vivi e quello  dei morti, una classicita’ composta e contenuta in un pensiero poetico tentacolare e un inconscio creativo lussureggiante.

Poesie che non finiscono all’ultimo verso ma ne scrivono ancora altri nel cuore, questa e’ la forza de’’L’oscura controdanza’’. ‘’..Siamo nati / per scoprire la tenebra e l’ovale / della palpebra vuota, forse appena / socchiusa sullo spettro dei colori.’’ A questo ci invita e ci conduce  la poesia  di Cristina Sparagana, una poesia che scorre tra meravigliosi nessi simbolici ed autentiche epifanie.



Tiziana Marini



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