Nota
di lettura di Tiziana Marini
Un titolo importante e misterioso che cattura il lettore e’ quello della
nuova raccolta poetica di Cristina Sparagana ‘’L’oscura controdanza’’(Edizioni Argolibro
- 2016), di una oscurita’ dalla quale, per un tenue
raggio di luce, come nei quadri di Caravaggio, nasce un pulviscolo emotivo
iridescente che ci avvolge e in cui il mondo dell’Autrice prende forma. Ci
troviamo cosi’ in una terra di mezzo compresa tra inferno e paradiso e in
questa terra di mezzo, come nell’Ulisse di Joyce, il giorno, nel suo svolgersi,
e’ l’unita’ di misura di un viaggio
umano e di una geografia sentimentale
profonda e seducente. Per questo motivo possiamo definire ‘’L’oscura controdanza’’ un diario in cui il tempo non segue il
calendario fatto di giorni, ma un orologio fatto di ore, dall’alba fino a notte
piena, come a voler sottolineare che ‘il giorno’’ e’ l’unita’ di misura di
tutta la vita nel ripetersi di una
quotidianita’ immutabile ed eccezionale al tempo stesso.
Il viaggio-percorso dell’Autrice si
svolge tra le mura domestiche e fuori di esse, sui prati di Montesacro, l’esteso
Pratone dove e’ solita portare i suoi cani, prima Pepa e poi Pablo e noi siamo con
lei fin dalle prime luci dell’alba, ‘’Presto. E’ azzurra la tortora dell’alba.
/ Lei da un pezzo distende le sue ali, / delicato ventaglio sulle squame /di
una donna assopita…’’, e poi ‘’ Da un giallore d’agrume sorge l’alba / come un
bimbo snudato in un catino / di ceramica gelida…’’e ancora ‘’Alle sei di
mattina, la cucina / e’ una gabbia di rondini sopite…’’, e ‘’E s’agita l’angoscia dentro il sole…’’
Passano le ore, le stanze si animano
di presenze e di assenze. Sono gli affetti piu’ cari a dettare stati d’animo,
attese, trepidazioni, ricordi. ‘’Sei lontana. Non apro la tua stanza…’’ ,
‘’…Che faro’, se piu’ lungo sara’ il viaggio?...’’, scrive la nostra Autrice
nell’attesa di Chicchi, l’amata figlia alla quale sono dedicate molte liriche
della raccolta, e alla quale dice ‘’Quanto piu’ sei lontana, piu’ sei
accanto…’’ come per sottolinearne la
forte presenza pur nell’assenza. Disperazione che si scioglie al suo ritorno,
‘’Oh gioia al tuo gridare: son tornata!...’’ E poi il caro Giaume, i genitori,
i fratelli cui e’ dedicata la raccolta,
gli animali domestici, il faro rassicurante nell’angoscia della notte
dedicato all’amica.
Bella questa silloge di colori vividi
che sferzano l’anima prima ancora degli
occhi ‘’E’ troppo bianca questa
lunga attesa, / come neve d’aprile…’’ oppure ‘’…io che temevo che questa mia
quiete / stornasse un cupo azzurro a tanto amore…’’ e ‘’…Un vino dai binari /
accecati di porpora. Dormivo / e ogni mio cenno si tingeva di rosso / come il
sangue dei morti…’’ .
Una scrittura, quella della
Sparagana, densa ed evocativa di un mondo archetipico che da’ nuova forma al
reale, arricchisce il sentimento, annulla lo spazio tra il mondo dei vivi e
quello dei morti, una classicita’
composta e contenuta in un pensiero poetico tentacolare e un inconscio creativo
lussureggiante.
Poesie che non finiscono all’ultimo
verso ma ne scrivono ancora altri nel cuore, questa e’ la forza de’’L’oscura
controdanza’’. ‘’..Siamo nati / per scoprire la tenebra e l’ovale / della
palpebra vuota, forse appena / socchiusa sullo spettro dei colori.’’ A questo
ci invita e ci conduce la poesia di Cristina Sparagana, una poesia che scorre
tra meravigliosi nessi simbolici ed autentiche epifanie.
Tiziana
Marini
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