Questa  raccolta segna un punto di svolta nell’evoluzione
della poetica dell’Autore in senso diacronico e sincronico per una
stratificazione al presente  e  un work in progress che è un viaggio simbolico
ed esistenziale  nel sentire più profondo
dell’ anima, nel quale  può ritrovarsi
ogni singolo lettore, proprio come diceva a proposito della poesia  Quasimodo: ‘’La poesia è la rivelazione di un
sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore
riconosce come proprio’’.
 
Senza alcuna
retorica e con la  chiarezza estrema che
da sempre lo contraddistingue e che ben definisce anche  le sue opere precedenti, Pacetti, in questa
silloge, sincera e di grande forza comunicativa, si mette in gioco offrendoci
la sua Weltanschauung con uno sguardo fluido, disincantato, pragmatico, uno sguardo
‘’on the road’’ trasposto nell’interiorità. 
Diverse sono le
tematiche presenti : il dialogo con se stesso, l’amore, il mondo e l’umanità
con i suoi errori ed i suoi limiti, il tempo e la precarietà delle cose, il valore
dei sentimenti, l’integrità morale, la disillusione  che nasce dalle diadi odio - amore,  vita - morte, sogno – realtà, felicità –
dolore,  bellezza – decadenza.
Tra la prima e l’ultima poesia si compongono tasselli che danno vita ad un unico, grande mosaico in cui si fanno ‘’chiaro inchiostro “ i sentimenti dell’ Autore che guarda il mondo e ci dice :
’’..non
ho voce né occhi
per
incontrare il suo sguardo
quello
del mondo
senza
umanità ‘’.
E ancora, quando
il pericolo si trasforma  nella paura di
un mondo senza emozioni, ecco che ci ammonisce:
‘’intorno
c’è solo silenzio
e
sguardi senza turbamento.
Atrofia
in una notte
senza
voce’’.
Ma qual’è  per Massimo Pacetti la ricetta, se mai può
esisterne una, per superare ogni impasse che il destino ci riserva, per
superare la follia del vivere, le ingiustizie, le disuguaglianze, l’immobilismo
che ci paralizza? 
‘’Sotto
il peso insopportabile
del
disfacimento
sotto
il peso disumano
della
disuguaglianza
crollano
le fabbriche
…crollano
i sogni
e la
voglia di vivere’’.
 Pacetti ci dice che abbiamo un’unica via
d’uscita:
‘’il
coraggio
di
essere se stessi
ti
farà risorgere
…chi
impara a vivere e
a
sopravvivere dopo le sconfitte
è
inarrestabile nel  cammino
del
futuro’’.
Ma il percorso
verso questo traguardo non è facile perché il viaggio verso la verità è sempre
‘’un’avventura solitaria’’  come il
cadere di una foglia:
‘’
Non volevo violare la tua intimità.
Volevo
accoglierti
prima
che tu cadessi.
Ma
forse hai ragione
in
quest’evanescente caduta
è
meglio essere soli .
Ad
aspettare l’inverno’’.
I versi
emblematici di ‘’ A est’’ che aprono la raccolta e ne accompagnano
magneticamente la lettura accordandosi in modo perfetto con  quelli finali 
di “Chiaro inchiostro”, poesia  che dà il titolo alla silloge, quasi ne
fossero la necessaria premessa e, al tempo stesso la naturale conclusione, in
una circolarità centripeta salvifica che in sé trova il suo punto di fuga e la
forza  della rinascita, sono versi di
grande speranza.’ Scrive l’Autore: 
‘’
Il sole è a est
dove
c’è l’uccello
che
gira  le viti del mondo
…una
donna addormentata mi aspetta…’’.
Il sole sta
sorgendo ancora nonostante tutto! C’è ancora una forza  che gira le viti di questo ingranaggio
complesso chiamato mondo,  a est dove
sorge il sole. Basta lasciarsi trasportare dal vento delle emozioni per vincere,
forse, la solitudine, basta farsi 
ricondurre dall’amore nel porto sicuro degli affetti più certi dove c’è
sempre  chi ci aspetta. Una  figura femminile che può salvarci e che talvolta
ha le sembianze di una dea  chiamata scrittura:
‘’Mentre
si incendia l’immaginazione
                                                          
anche solo pochi segni
                                                          
di chiaro inchiostro 
                                                       realizzano
la conoscenza’’       
Con uno stile
originale e vibrante, incisivo e duro, concreto e tagliente, Massimo Pacetti ci
conduce per terre e cieli, paradisi e inferni, sospeso sempre tra realtà  sensibile e sovrasensibile, tra  il sé e 
il mondo, sempre alla ricerca di una felicità possibile  collocata in un tracciato immaginario fra
terra e cielo, come chiaramente afferma nella poesia ‘’Rinascimento’’, una
riflessione amara ma propositiva  sul
mondo attuale il cui cammino sembra essersi interrotto, anzi invertito. Per
sfuggire a questo incombente nuovo Medioevo, per creare un nuovo Rinascimento,
l’uomo dovrà impegnarsi con cuore e dignità:                                   
                                                          La primavera del
risveglio
                                                             
Non sarà un miracolo
                                                       
Né e’ atteso un nuovo salvatore…
                                                                    Gli uomini
                                                                
se lo vorranno
                                                      
saranno rinascita e Rinascimento.
                                                                     Gli uomini
se
lo vorranno
saranno
cuore e dignità’’
In conclusione
Massimo Pacetti,  partendo da una umanità
sconfitta,  con versi  di grande densità e in modo personalissimo,
ridisegna un mondo nuovo, depurato e ci apre le porte  di un possibile futuro, grazie alla
ri-scoperta di valori eterni positivi che sono da sempre  l’antidoto al dolore e alla sofferenza e di
questo lo ringraziamo perché ‘’una buona poesia e’ un contributo alla realtà.
Il mondo non e’ più lo stesso dopo che una buona poesia gli si e’ aggiunta’’. (Dylan
Thomas)

 
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