giovedì 10 novembre 2016

Uno sguardo dalla vita di Terry Olivi (Ed. La vita felice . 2015)


Recensione di Tiziana Marini




Uno sguardo dalla vita è l’ultima raccolta poetica di Terry Olivi, divisa, o per meglio dire, unita in cinque sezioni, tessere di un puzzle la cui immagine finale è un ricamo/affresco della vita stessa. Ogni sezione è separata dalla successiva da una serie di haiku, sintesi estrema di pensiero e immagine, come a sottolinearne anche l’aspetto autonomo.

 Calendario è la prima sezione ed è dedicata ai mesi dell’anno ma, a parer mio, ancor più ai colori poiché ogni sfumatura cromatica è protagonista e si fa anima, come nella poesia Marzo.
Scrive la nostra Autrice “… giallo luce, giallo violento,/ la forza vitale che cerca una via,/ che cerca una vita” e ancora “… giallo il colore per una donna bruna.” dove la fisicità è metafora e disvelamento dell’anima, appunto. Il colore diventa anche il mezzo per riflettere sulle ferite ataviche della vita che sembrano ritornare ed aggirarsi anche nelle notti tranquille di una Roma estiva, silenziosa e bellissima, in cui anche il semplice gesto di bere da una fontanella è consolatorio e dona pace. “Bere l’acqua di luglio/ alla fontanella di notte/quando sei solo/ solo nella via solo nella città/ nell’universo nella galassia / ma la solitudine non ti pesa.”



 La seconda sezione titola Radici. Qui Terry Olivi ricorda le proprie radici che non sono solo un dato geografico (seppure importantissimo!) ma emozioni profonde legate alla memoria. È il ricordo delle piccole cose della quotidianità a risvegliare un legame fortissimo con il passato, con la tradizione: “… il parlare nelle stalle al caldo fiato delle mucche”, “Le mie radici sono/ le radici delle querce” e “… pazienti, tenaci, i nostri vecchi/ ci hanno insegnato un cammino”. Insomma, il passato e le proprie origini sono sempre vivi e presenti, non solo come nostalgia ma anche come patrimonio e passepartout per il futuro.


 In Canto di città, la terza sezione, Terry Olivi, si lascia trasportare dal sogno ed immagina la poesia anche nella più frenetica quotidianità: “… E se sul cartellone/ ci fosse dipinto un verso/ in bella grafia di Foscolo di Leopardi / del grande Basho?” La poesia come guida per sopravvivere. E ancora, una pubblicità che fa sognare l’Oriente sull’autobus: “Un istante di estasi/ di sospesa poesia/ poi la realtà / Shopping fest.”

 La quarta sezione è Tempo finale. Con forza e delicatezza i versi della Olivi affrontano il tema dell’ultima età della vita, quando si invertono i ruoli nel rapporto con gli anziani genitori. “Ti accompagnerò/ come tu hai accompagnato me… la strada non è molta” scrive l’Autrice nella poesia dedicata al padre La vita dinanzi a noi. Ma non rinuncia all’ironia, un’ironia che solo chi ama può permettersi con tale profonda dolcezza quando parla del corridoio della sua casa e dell’incrociarsi delle carrozzelle: “A volte si doveva dirigere/ il traffico, forse con un semaforo da casa/ formato mignon/ o meglio con un pizzardone/ con tanto di pedana”. Poi l’amara constatazione “Mon Dieu, quanti aiuti per un corpo/ che rifiuta di funzionare!” e la consapevolezza “del gelo che verrà”.

 Nell’ultima sezione, la quinta, Andante con moto quasi allegretto, sono molte le considerazioni ironiche e autoironiche legate al tempo che passa, all’amore, alla poesia, alla vita che rinasce a primavera. “Come mi sento storica in questo inizio maggio in cui le foglie sono così verdi” “e se poi l’amore eterno durasse quanto la vita dei petali di ciliegio?”, “Verrà la primavera/ già si sente sulla pelle… riazzeriamo tutto/ resettiamo il sistema.”

 Una silloge che cattura e convince, autentica, generosa e piena di armonia, dunque, questa di Terry Olivi, permeata da una vena malinconica per il senso di caducità delle cose. Una silloge che, per paradosso, ci spinge a trovare proprio in questa fragilità del mondo la forza necessaria a vivere e la convinzione che anche il colore di un fiore fa la differenza. Una silloge musicale e di grande delicatezza lirica dove le immagini fluiscono agili e limpide e i versi, brevi e modernissimi, suscitano grandi emozioni. La poesia Punto e a capo, che chiude la silloge, esprime compiutamente nella sintesi lirica la visione del mondo della Olivi che, anche di fronte al dolore, trova sempre una spinta positiva interiore portatrice di salvezza.



Tiziana Marini

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