Nota di Tiziana Marini
Rugiada d’alba. Cosi’ mi e’ sembrata la leggerezza
della poesia di Paolo Carlucci leggendone i primi versi nella bella raccolta
dal titolo ‘’Il mare delle nuvole’’
edito daTracce con la prefazione di Plinio Perilli. Quando la notte sfuma nella
prima luce e la rugiada decanta a protezione della terra, si incontrano sogni e
vite che si compenetrano per dare, a
loro volta, vita ad un universo di immagini, emozioni e prospettive. Ma dire
che la poesia del nostro amico Paolo e’ solo questo e’ estremamente riduttivo. Se
e’vero che e’’ l’alba e’ il momento piu’
fervido e fecondo per la sua ispirazione, procedendo nella lettura ci rendiamo
facilmente conto che questa poesia cosi’ lieve e’ anche intersezione felice, tra mito e
storia, tra il cielo fuori di noi e il
‘’cielo dentro’’quel cielo che nello sfumare della notte nel giorno si fa,
appunto, mare.
La raccolta si suddivide in nove sezioni.
In quel confuso incanto. L’officina dei miei versi e’
la prima.
Qui la ‘’poesia
e’ donna che ha in seno la rabbia dolce del mare’’. Qui e’ una lieve ‘’farfalla
d’inchiostro che volando rosseggia l’errore’’e
sorvola le eta’ della vita tra nostalgia e speranza.(.aspro ancora il sogno
dell’infanzia) in un permanente laboratorio dell’anima che
richiede dedizione assoluta.
Nella seconda sezione ‘’Va l’otium dei miei
piedi….Versi per Roma tra ‘’archeogatti’’ e passanti, troviamo la luce (con le sue ombre) e il tempo, ma
anche il silenzio e la solitudine, .come ci rivelano i versi ’’la farina della
solitudine sulle spalle della sera..’’ e ‘’ascolto pietre di silenzio’’ Con pennellate
vividissime, l’Autore, qui ‘’corriere d’Ovidio’’, traccia i profili di una Roma
classica eppure attualissima in cui
accanto alle chiese e ai vicoli si delinea
una periferia al neon di ‘’cieli e albe di carne’’.
La terza sezione ‘’Il grembiule sporco di luce’’e’
dedicata all’arte come luce del cuore e scintilla, soffio e ombra di Dio, per meglio comprenderne il mistero in un
cammino che e’
estetico e spirituale al tempo stesso.
La quarta sezione e’ dedicata alla poesia. ‘’La
democrazia della luna. Versi sulla poesia’’.
Emily Dickinson, Majakovski, P.P.Pasolini, Lorca,
Dino Campana, Bertolucci, i poeti del Cuore e.della formazione..per ognuno dei
quali l’amico Paolo Carlucci ha scritto una poesia che non e’ solo una
dichiarazione d’amore ma anche e soprattutto, allorche’ trova in essi i valori e il senso della propria poetica,
una dichiarazione di fedelta’.
La quinta sezione, Baci di brina. Amicizie o amori e’
dedicata all’amore e all’amicizia per una figura femminile talvolta sconosciuta
…’’tu sei quella scalza follia cui camminando scivolano sulla schiena i colori
della pioggia’’.
Nella sesta sezione i versi fioriscono sulle vestigia
di antiche civilta’ mesopotamiche e sulle rive del Mediterraneo. Tra profumi
di pregiate e antiche spezie, agrumeti e papiri millenari prendono forma
‘’spose di Allah’’, ‘’emiri scalzi’’ e, soprattutto, ‘’la nuova barbarie’’ in un confluire doloroso di passato e presente.
E’ nella settima sezione’’ Nostoi & Archetipi’’
che il nostro Autore, torna al suo passato per ritrovare il presente e
soprattutto il futuro in una circolarita’ del tempo che tutto avvolge ed
imprigiona. Ecco la sua cara terra di Tuscia dove sempre vivo e attuale e’ il filo della storia
contadina che, nel passare delle stagioni, tra girasoli e ginestre, monti e
marine, nasconde e protegge i ricordi della sua piu’ giovane eta’,in un dolce percorso che
dalle origini conduce, appunto, al futuro e diventa Storia di tutti.
L’ottava sezione e’ dedicata ai ‘’fanciulli
digitali’’, una generazione che corre alla velocita’ della fibra ottica, al
mondo di internet e ai nuovi modi di comunicazione
degli ‘’fb lovers’’,delle ‘’chat
d’amore’’ e degli ‘’sms di luce’’.
Nell’ultima sezione, la nona, infine uno sguardo pieno, ancora su Roma,
teatro di vite spezzate, ‘’antenne spose delle nuvole’’, ‘’poker d’assi di
solitudini’’. Una Roma che diventa ancora una volta ‘’citta’ universale’’,
citta delle citta’’…e musa ispiratrice di versi e voglia di spazi infiniti, ‘’Slabbrate rime di vento / come moine
d’infinito restano / dolci sopra i palazzi/ steppe di nuvole’’..
Immagini originali, dunque, che evocano
suoni, odori, sentimenti ed emozioni da un punto di vista decentrato e sfumato
in cui lo scrittore e lo spettatore spesso si confondono, complice l’ ombraluce delle notti metropolitane
venate di solitudini, complici
le presenze, leggere come fruscii, di passanti e gatti millenari. Tutto si
fonde perfettamente grazie all’uso
sapiente di metafore, grazie alla creazione interessantissima di verbi che
nascono da nomi oppure presi dai linguaggi telematici piu’ attuali .Nasce cosi’
un lessico nuovo e un universo immaginifico che e’ mare di luminose nuvole di
poesia.
Paolo Carlucci con questa raccolta si conferma poeta
elegante, delicato, originale e colto. Bello e’ scorgere nascosti nei suoi
versi, da un lato la poesia dell’anima
piu’ tradizionale ed emotiva e dall’altro un respiro-bambino di grande
vivacita’, ironia ed entusiasmo. Una voce matura, d’animo schietto che ci
invoglia a vivere e a riflettere su noi stessi, sugli altri, sulla natura,
sulla vita, una voce che scava con grande forza e modernita’ nel paesaggio dei
sensi. Questa e’ la poesia di Paolo Carlucci, per sua e nostra fortuna.
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