giovedì 10 novembre 2016

Il mare delle nuvole di Paolo Carlucci (Ed.Tracce - 2014)


Nota di Tiziana Marini




Rugiada d’alba. Cosi’ mi e’ sembrata la leggerezza della poesia di Paolo Carlucci leggendone i primi versi nella bella raccolta dal titolo  ‘’Il mare delle nuvole’’ edito daTracce con la prefazione di Plinio Perilli. Quando la notte sfuma nella prima luce e la rugiada decanta a protezione della terra, si incontrano sogni e vite che  si compenetrano per dare, a loro volta, vita ad un universo di immagini, emozioni e prospettive. Ma dire che la poesia del nostro amico Paolo e’ solo questo e’ estremamente riduttivo. Se e’vero che e’’ l’alba e’  il momento piu’ fervido e fecondo per la sua ispirazione, procedendo nella lettura ci rendiamo facilmente conto che questa poesia cosi’ lieve e’  anche intersezione felice, tra mito e storia,  tra il cielo fuori di noi e il ‘’cielo dentro’’quel cielo che nello sfumare della notte nel giorno si fa, appunto, mare.


La raccolta si suddivide in nove sezioni.

In quel confuso incanto. L’officina dei miei versi e’ la prima.

Qui la  ‘’poesia e’ donna che ha in seno la rabbia dolce del mare’’. Qui e’ una lieve ‘’farfalla

d’inchiostro che volando rosseggia l’errore’’e sorvola le eta’ della vita tra nostalgia e speranza.(.aspro ancora il sogno dell’infanzia) in un permanente laboratorio dell’anima che

richiede dedizione assoluta.

Nella seconda sezione ‘’Va l’otium dei miei piedi….Versi per Roma tra ‘’archeogatti’’ e passanti,  troviamo  la luce (con le sue ombre) e il tempo, ma anche il silenzio e la solitudine, .come ci rivelano i versi ’’la farina della solitudine sulle spalle della sera..’’ e ‘’ascolto pietre di silenzio’’ Con pennellate vividissime, l’Autore, qui ‘’corriere d’Ovidio’’, traccia i profili di una Roma classica eppure attualissima  in cui accanto alle chiese e ai vicoli  si delinea una periferia al neon di ‘’cieli e albe di carne’’.

La terza sezione ‘’Il grembiule sporco di luce’’e’ dedicata all’arte come luce del cuore e scintilla, soffio e ombra di Dio,  per meglio comprenderne  il mistero  in un  cammino che e’

estetico e spirituale al tempo stesso.

La quarta sezione e’ dedicata alla poesia. ‘’La democrazia della luna. Versi sulla poesia’’.

Emily Dickinson, Majakovski, P.P.Pasolini, Lorca, Dino Campana, Bertolucci, i poeti del Cuore e.della formazione..per ognuno dei quali l’amico Paolo Carlucci ha scritto una poesia che non e’ solo una dichiarazione d’amore ma anche e soprattutto, allorche’ trova in essi  i valori e il senso della propria poetica, una  dichiarazione di fedelta’.

La quinta sezione, Baci di brina. Amicizie o amori e’ dedicata all’amore e all’amicizia per una figura femminile talvolta sconosciuta …’’tu sei quella scalza follia cui camminando scivolano sulla schiena i colori della pioggia’’.

Nella sesta sezione i versi fioriscono sulle vestigia di antiche civilta’ mesopotamiche e sulle rive del Mediterraneo. Tra  profumi  di pregiate e antiche spezie, agrumeti e papiri millenari prendono forma ‘’spose di Allah’’, ‘’emiri scalzi’’ e, soprattutto,  ‘’la nuova barbarie’’ in un confluire  doloroso di passato e presente.

E’ nella settima sezione’’ Nostoi & Archetipi’’ che il nostro Autore, torna al suo passato per ritrovare il presente e soprattutto il futuro in una circolarita’ del tempo che tutto avvolge ed imprigiona. Ecco la sua cara terra di Tuscia dove sempre  vivo e attuale e’ il filo della storia contadina che, nel passare delle stagioni, tra girasoli e ginestre, monti e marine, nasconde e protegge i ricordi della sua  piu’ giovane eta’,in un dolce percorso che dalle origini conduce, appunto, al futuro e diventa Storia di tutti.

L’ottava sezione e’ dedicata ai ‘’fanciulli digitali’’, una generazione che corre alla velocita’ della fibra ottica, al mondo di internet e ai nuovi modi di  comunicazione degli  ‘’fb lovers’’,delle ‘’chat d’amore’’ e degli ‘’sms di luce’’.

Nell’ultima sezione, la nona,  infine uno sguardo pieno, ancora su Roma, teatro di vite spezzate, ‘’antenne spose delle nuvole’’, ‘’poker d’assi di solitudini’’. Una Roma che diventa ancora una volta ‘’citta’ universale’’, citta delle citta’’…e musa ispiratrice di versi e voglia  di spazi infiniti,  ‘’Slabbrate rime di vento / come moine d’infinito restano / dolci sopra i palazzi/ steppe di nuvole’’..



Immagini originali, dunque,  che evocano  suoni, odori, sentimenti ed emozioni da un punto di vista decentrato e sfumato in cui lo scrittore e lo spettatore spesso si confondono,  complice l’ ombraluce delle notti  metropolitane  venate di solitudini,  complici le  presenze, leggere come fruscii,  di passanti e gatti millenari. Tutto si fonde  perfettamente grazie all’uso sapiente di metafore, grazie alla creazione interessantissima di verbi che nascono da nomi oppure presi dai linguaggi telematici piu’ attuali .Nasce cosi’ un lessico nuovo e un universo immaginifico che e’ mare di luminose nuvole di poesia.

Paolo Carlucci con questa raccolta si conferma poeta elegante, delicato, originale e colto. Bello e’ scorgere nascosti nei suoi versi,  da un lato la poesia dell’anima piu’ tradizionale ed emotiva e dall’altro un respiro-bambino di grande vivacita’, ironia ed entusiasmo. Una voce matura, d’animo schietto che ci invoglia a vivere e a riflettere su noi stessi, sugli altri, sulla natura, sulla vita, una voce che scava con grande forza e modernita’ nel paesaggio dei sensi. Questa e’ la poesia di Paolo Carlucci, per sua e nostra fortuna.



Nessun commento:

Posta un commento